Ucraina, a Varsavia raccolti 6 mld. Ue, serve piano Marshall e confisca beni russi

In foto Ursula von der Leyen (AP Photo/Olivier Matthys)

BRUXELLES – Più di 6 miliardi di euro per l’Ucraina. E’ la cifra raccolta dalla conferenza internazionale dei donatori organizzata a Varsavia da Polonia e Svezia in collaborazione con l’Ue. I fondi serviranno a dare un sostegno concreto al paese martoriato dal conflitto che già guarda alla ricostruzione. “Quando la Russia porta distruzione, i paesi del mondo libero devono portare aiuti e penso che questa conferenza abbia mostrato un’enorme solidarietà tra tutti noi per fornire un futuro all’Ucraina”, ha detto il premier polacco, Mateusz Morawiecki.

L’evento, che fa seguito a quello organizzato il 9 aprile sempre a Varsavia con il premier canadese Trudeau e l’Ue e che aveva raccolto più di 9 miliardi, ha visto la partecipazione dei massimi vertici Ue, dell’Onu, dell’Oms e, tramite videomessaggi, di diversi capi di governo del mondo, tra cui il premier Draghi. Questo è solo un primo passo e “deve essere il punto di partenza per una sorta di Piano Marshall europeo per l’Ucraina”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ricordando il Fondo fiduciario di Solidarietà deciso nell’ultimo Consiglio europeo.

E proprio al piano che aiutò il continente europeo a rialzarsi in piedi dopo il secondo conflitto mondiale ha fatto riferimento il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenuto in video. Perché, come finirà il conflitto dipende molto non solo dal campo di battaglia ma dal sostegno finanziario e umanitario, dall’economia e dalla “capacità di garantire una vita normale sui territori liberati, ricostruendo ciò che è stato distrutto dall’esercito russo”, ha evidenziato Zelensky, ed “è così che vince la libertà”.

In contemporanea il presidente ucraino ha anche lanciato una campagna globale di raccolta fondi online per l’Ucraina, che si chiama United24 perché ogni 24 ore si aggiornerà la cifra raggiunta. “Potete fare una donazione con un click da ogni Paese. Insieme vinceremo!”, è stato l’appello. Dall’Ue è arrivato l’impegno per altri 200 milioni destinati soprattutto alle necessità degli sfollati interni. “Putin deve pagare un prezzo per questa aggressione”, ha rimarcato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ed ora c’è un paese da ricostruire di sana pianta, non solo nelle infrastrutture ma anche nell’organizzazione e nelle strutture statali.

Insomma, quando la guerra sarà finita, l’Ucraina, se uscirà vittoriosa, andrà plasmata per diventare un paese del tutto occidentale ed europeo, sembrano voler dire sia Zelensky che i leader Ue. “Il nostro sogno è di iniziare il prima possibile con investimenti e riforme in modo che questo lavoro apra la strada all’Ucraina nell’Unione europea”, ha detto la numero Uno dell’Esecutivo Ue rispondendo al presidente ucraino che poco prima aveva rimarcato la necessità “di entrare rapidamente nell’Unione Europea acquisendo lo status di candidato”, con “una speciale procedura abbreviata per ottenere questa adesione all’Ue”.

Ma i soldi servono fin da subito, anche per poter fornire un minimo di assistenza sociale agli ucraini rimasti in patria. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, l’Ucraina ha bisogno di 5 miliardi di euro al mese per pagare gli stipendi, le pensioni e garantire i servizi di base. “Dall’inizio del conflitto il nostro Stato ha ricevuto più di 12 milioni di dollari di sostegno in armi e aiuti finanziari”, ha annunciato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, intervenuto alla Conferenza.

Un’altra fonte di introiti potrebbe arrivare dalla confisca dei beni degli oligarchi e degli oltre mille tra individui e società colpiti dalle sanzioni. E l’Ue sta lavorando anche a trovare un modo per ottenere la confisca di questi beni, una procedura soggetta alle varie legislazioni nazionali che spesso prevedono anche l’intervento di un tribunale. “Si tratta di una questione di equità e di giustizia – ha affermato il presidente Michel – mettere questi soldi a disposizione delle autorità ucraine in particolare per la ricostruzione del Paese”.

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