Ucraina, arrivano primi profughi: macchina dell’accoglienza e della solidarietà in azione

Alcuni profughi scappati dalla guerra in Ucraina sono già arrivati in Italia. Altri ne arriveranno. "Circa 800mila", secondo la stima fatta con LaPresse da Fabio Prevedello, presidente onorario dell'associazione culturale Italia-Ucraina 'Maidan'.

28 Febbraio 2022 Bologna, Italia Cronaca Raccolta beni di prima necessità per l’ucraina presso la chiesa ucraina di piazzetta s. michele presente anche il sindaco Lepore Foto Guido Calamosca/LaPresse

ROMA – Alcuni profughi scappati dalla guerra in Ucraina sono già arrivati in Italia. Altri ne arriveranno. “Circa 800mila”, secondo la stima fatta con LaPresse da Fabio Prevedello, presidente onorario dell’associazione culturale Italia-Ucraina ‘Maidan’. E la macchina della solidarietà è già in azione. Sia nel nostro Paese che laggiù, dove cadono le bombe. Si moltiplicano intanto gli appelli ad aprire corridoi per creare le condizioni per le partenze in sicurezza, soprattutto per i minori, e far arrivare aiuti a sostegno della popolazione colpita. “Possiamo garantire arrivi organizzati ma ci serve che lo stato italiano ci dia un ‘cappello’ per poterlo fare sbloccando i corridoi umanitari altrimenti saremmo considerati come degli scafisti”, spiega Prevedello. “Siamo disponibili a mettere di tasca nostra dei bus per raggiungere il confine ucraino dove prelevare persone che hanno parenti e amici in Italia e sono in possesso di documenti in regola”.

Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, intanto, ha annunciato che “in mattinata sono partiti 5 tir con mille posti letto, 200 tende per ospitare persone che ne hanno necessità”. Sempre questa mattina, da Avezzano, L’Aquila, sono partiti dal Centro Operativo Emergenze i primi aiuti umanitari della Croce Rossa Italiana: un convoglio con quattro autoarticolati e due macchine leggere con dieci volontari e operatori a bordo. Il carico è composto da medicinali, generi alimentari, coperte e kit di primo soccorso.

Per chi arriva in Italia , si sta predisponendo tutto il necessario per l’accoglienza. Da Nord a Sud – tra Regioni, Comuni, Associazioni e Caritas – ci si è attivati per assicurare un primo aiuto tempestivo ai rifugiati dall’Ucraina. “Siamo attivi con la Protezione civile e con il sistema sanitario regionale dando al governo la nostra disponibilità sia ad accogliere profughi che ad offrire ospitalità sanitaria qualora ce ne fosse bisogno”, ha assicurato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Con il Comune di Roma e la Protezione civile abbiamo attivato la verifica sulle strutture alberghiere qualora arrivassero, come probabilmente avverrà, flussi dall’Ucraina, e ci sia così il massimo dell’accoglienza e dell’ospitalità”.

L’assessorato al Welfare di Regione Lombardia ha dato disponibilità alla Prefettura di Milano per la conversione di alcuni Covid Hotel in centri di accoglienza per profughi ucraini. “Si tratta di 5 hotel di Milano, due a Bergamo e uno a Varese. Un gesto di doverosa solidarietà”, ha precisato la vicepresidente e assessore Letizia Moratti. A Napoli, la Protezione civile regionale, con il supporto dell’Asl Napoli 1 Centro, ha già provveduto ad organizzare il centro di prima accoglienza: diverse decine di profughi saranno accolti nell’edificio-albergo dell’Ospedale del Mare, pronto ad accogliere fino a 168 ospiti, ai quali sarà garantita l’assistenza di prima necessità e l’assistenza sanitaria.

Intanto, l’Associazione ospedali pediatrici italiani si è messa a disposizione delle organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali per supportare, attraverso la sua rete, le necessità delle persone coinvolte nella guerra. Non solo. L’Aopi ha spiegato che le più importanti realtà italiane stanno predisponendo un piano coordinato per accogliere i piccoli che ne avranno bisogno e che potranno raggiungere l’Italia grazie all’attivazione di canali umanitari. E stamattina, all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è stato ricoverato il primo bimbo proveniente dall’Ucraina. Il piccolo ha poco più di un anno e ha una paralisi cerebrale. I genitori hanno attraversato il confine ucraino e, con mezzi propri, sono riusciti a raggiungere l’Italia e portarlo in salvo.

di Giusi Brega

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