ROMA – Continua la scia di sangue nel Donetsk dove, secondo la procura generale dell’Ucraina, almeno sette civili hanno perso la vita sotto i bombardamenti russi, a Bakhmut. Altre tredici persone sono morte nel distretto di Nikopol durante la notte, definita “tragica” dal governatore della regione. La guerra continuerà, “è stato superato il punto di non ritorno”, ha detto Leonid Slutsky, presidente della Commissione per gli affari internazionali della Duma.
Gli attacchi arrivano all’indomani delle potenti esplosioni che hanno colpito la base area russa di Saki, in Crimea, che, secondo l’aeronautica militare ucraina avrebbero distrutto nove aerei da guerra di Mosca. Kiev ufficialmente ha taciuto, non rivendicando la responsabilità dell’attacco ma fonti ucraine hanno confermato a media internazionali, tra cui Sky News e New York Times che dietro alle esplosioni c’erano le forze armate ucraine. Mosca, per non mostrare segni di debolezza, ha cercato di minimizzare l’accaduto e ha continuato a negare che si sia trattato di un attacco.
Se le forze ucraine fossero effettivamente responsabili delle esplosioni, si tratterebbe del primo grande attacco noto a un sito militare russo nella penisola di Crimea, che il Cremlino ha annesso nel 2014, nonché di una significativa escalation nel conflitto. I funzionari di Mosca hanno infatti da tempo avvertito Kiev che qualsiasi attacco alla penisola avrebbe scatenato una massiccia rappresaglia, compresi attacchi ai “centri decisionali” di Kiev, ovvero alle sedi del governo.
Cresce intanto la preoccupazione per il controllo russo sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Secondo Petro Kotin, il presidente di Energoatom, l’azienda di stato ucraina che si occupa della gestione delle centrali nucleari, le forze russe si stanno preparando a collegare l’impianto alla rete elettrica della Crimea. “Il loro piano è di danneggiare tutte le linee della centrale nucleare. Dopodiché non sarà collegato al sistema elettrico ucraino”, ha affermato Kotin, avvertendo che si tratta di un piano “molto pericoloso”.
I ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto a Mosca di “restituire immediatamente” la centrale di Zaporizhzhia a Kiev. “Il continuo controllo della Russia sull’impianto mette in pericolo la regione”, hanno avvertito i ministri. Prosegue l’export di grano e cereali dai porti ucraini in linea con quanto concordato a Istanbul da Kiev e Mosca tramite la mediazione di Ankara e dell’Onu. Una delle navi, la Fyi Rojen, che trasporta mais ucraino, arriverà al porto di Ravenna il 12 agosto alle 19 per consegnare il carico al cliente.
Mentre la nave ‘Razoni’, la prima in ordine di tempo a lasciare il porto di Odessa, è attraccata al porto di Mersin in Turchia dopo che l’acquirente originale del carico, in Libano, lo aveva rifiutato per violazione dei termini di consegna. “Ciò significa che tutti i problemi che circondano questo carico sono scomparsi”, ha spiegato l’ambasciatore dell’Ucraina in Libano Ihor Ostash. In Russia intanto continua il giro di vite del Cremlino contro gli oppositori.
La giornalista Marina Ovsyannikova, nota per aver protestato in diretta contro la guerra, è stata fermata e passerà la notte in un centro di detenzione. Il suo appartamento è stato perquisito e contro di lei è stata avviata un’indagine penale con l’accusa di aver diffuso false informazioni sulle forze armate russe. La reporter rischia fino a 10 anni di carcere per aver partecipato ad un picchetto sull’argine della Sofiyskaya a Mosca lo scorso 15 luglio in cui aveva mostrato un cartello con la scritta ‘Putin è un assassino.
I suoi soldati sono fascisti. 352 bambini sono morti. Quanti altri bambini devono morire perché tu smetta?’. Un tribunale di Mosca ha poi multato il giornale indipendente russo Novaya Gazeta per “abuso della libertà di informazione”. Il giornale, il cui caporedattore, Dmitry Muratov, ha vinto il Premio Nobel per la pace lo scorso anno, ha chiuso i battenti a marzo.(LaPresse)