FIRENZE – “Il primo pensiero è mettere in condizioni la Corte internazionale penale dell’Aja di poter svolgere il proprio ruolo” per quanto sta avvenendo in Ucraina, ed è “fondamentale essere in grado di raccogliere prove, immagini, testimonianze di chi sta subendo – con ogni probabilità e come appare dalla lettura dei giornali e dalle immagini sui media – una serie importante e grave di crimini di guerra”, e “occorre contribuire sin da subito alla verifica dei fatti e delle responsabilità con tutti gli strumenti che il diritto ci mette a disposizione”. Lo ha affermato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo in collegamento video con i lavori del convegno “The role of women and women’s civil society organizations in peace processes”, organizzato dall’Università di Siena.
“Tornare a far sentire la voce del diritto e della giustizia può essere un grande contributo per mettere a tacere il fragore delle armi”. Nel suo intervento, Cartabia ha posto l’attenzione sulla figura della giurista Irina Venediktova, 43 anni procuratrice generale dell’Ucraina, prima donna a ricoprire questo incarico, “che in queste settimane si sta impegnando su ogni scenario affinché i russi che hanno commesso crimini di guerra vengano portati davanti al tribunale penale internazionale dell’Aja”.
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