Ucraina, Casini: “Noi con Kiev, qui non c’è Ponzio Pilato”

Le parole del politico

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto: Pier Ferdinando Casini

ROMA – Da Mosca toni irricevibili. Il paragone con Hitler? Guai a ripetere gli errori del passato, anche Putin non si fermerà. Difesa comune UE e Nato devono essere progetti in sintonia. Giusto il riarmo, è per difenderci. Sono questi i concetti principali espressi da Pierferdinando Casini in un’intervista al Resto del Carlino.

Presidente Casini, la Russia ci minaccia. Con altre sanzioni, dice il loro ministero degli Esteri, ci saranno “sanzioni irreversibili”. Come rispondere?

“Sono toni inaccettabili. Già nella lettera dell’ambasciatore russo in Italia inviata al Parlamento erano stati usati toni che, un tempo, avrei definito imperialisti. Un rappresentante di un governo presso l’Italia deve mostrare maggiore responsabilità. Oggi c’è stato un pericoloso inasprimento di quei toni. Erano sbagliati i primi e i secondi. In ogni caso hanno ottenuto l’effetto opposto a quello che si erano prefissato. Hanno rafforzato l’unità della Ue. Saldato il rapporto tra gli Stati Uniti e la Ue. Restituito una chiara identità alla Nato. Se i russi pensavano che l’Italia fosse l’anello debole dell’alleanza si è sbagliato di grosso. L’Italia sceglie la Ue, la Nato e l’alleanza con gli Usa nei momenti più drammatici della storia”.

Sempre il governo russo definisce il ministro Guerini un “falco anti-russo”…

“Il ministro Guerini si è dimostrato un ministro serio e competente. Fa il suo lavoro con equilibrio e senza toni sbagliati, ma con rispetto verso gli altri. Anche in questa occasione non è venuto meno al suo stile. L’Italia, e Guerini, scelgono una piena assunzione di responsabilità. Non siamo dei Ponzio Pilato e non giriamo la testa dall’altra parte. Abbiamo deciso di inviare armi all’Ucraina nell’ambito delle regole di ingaggio della Nato. Sono armi a scopo solo difensivo. Gli attacchi a Guerini hanno come unico effetto quello di rafforzare la credibilità del ministro, di vedere il Parlamento tutto stringersi intorno a lui, come l’intera comunità nazionale. Siamo un Paese serio e la nostra postura deve essere, ed è, quella di un Paese serio”.

 Rischiamo una tensione dagli esiti pesanti con la Russia?

“Gli italiani non ce l’hanno con i russi. Anzi, noi sosteniamo il popolo russo, che è un grande popolo amico dell’Italia, e siamo solidali con i militari russi che muoiono sul fronte, distanti dalle loro famiglie e dai loro cari. Noi riteniamo criminale la guerra di Putin e la scelta di invadere l’Ucraina. Se si tenesse un referendum sulla guerra, in Russia, Putin lo perderebbe, ma in Russia non c’è democrazia. A chi ha le idee confuse, vorrei fare un piccolo memento. Quando la Russia invase la Crimea, molti pensarono che si sarebbe accontentato di quella, dello sbocco al mare e che la Ucraina sarebbe rimasta tranquilla. Dopo ha invaso il Donbass, ora l’Ucraina. Chi pensava che Putin si sarebbe fermato ha preso un grosso abbaglio. Come chi oggi ‘prega’ gli ucraini di arrendersi. Anche Hitler si comportò allo stesso modo e anche verso di lui l’atteggiamento fu quello del ‘lasciamolo fare’. I fatti seguenti hanno dimostrato quanto drammatici furono gli errori compiuti all’epoca”.

Presidente, è giusto aumentare le spese militari?

“Sì, è giusto. E’ come quando, davanti al dispiegamento dei missili russi SS20, negli anni Ottanta, contro l’Europa, non avessimo installato gli Euromissili. Una scelta che, all’epoca, ha garantito la pace e la distensione internazionale. Anche in questo caso, il riarmo è finalizzato a difenderci. E anche queste scelte, come il riarmo della Germania, sono imputabili a errori di Putin.

Bisogna accelerare sulla Difesa comune europea?

Difesa comune europea e Nato devono essere progetti realizzati in sintonia e devono integrarsi. Politica estera e difesa comune vanno potenziati nell’ambito della Ue e in raccordo con la Nato.

Cosa si aspetta dal discorso di Zelensky al Parlamento italiano?

Ribadirà le cose dette già in altri Parlamenti. Al suo sforzo e alla sua resistenza, come di quella di tutta l’Ucraina, l’Italia deve solo inchinarsi.

(LaPresse)

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