Ucraina, contatto Shoigu-Austin: “Mantenere le linee della comunicazione”

Nervi tesi pure sull'inchiesta che riguarda il sabotaggio del Nord Stream

in foto il Segretario alla Difesa Lloyd Austin (AP Photo/Jose Luis Magana)

ROMA – Mentre il conflitto in Ucraina prosegue Russia e Stati Uniti tornano a parlarsi ad altissimi livelli. Per la prima volta dallo scorso 13 maggio il capo del Pentagono Lloyd Austin e il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu discutono “dei temi di attualità della sicurezza internazionale, compresa la situazione in Ucraina” in un colloquio telefonico. L’iniziativa parte da Washington e viene definita dal Pentagono, che non rende nota la durata della chiamata, una “buona opportunità” per rimanere in contatto. L’importanza di mantenere “linee di comunicazione durante la guerra in corso”, viene sottolineata direttamente pure dallo stesso Austin a Shoigu. Il Cremlino si affretta a precisare che la telefonata fra i due capi delle forze armate non è l’antipasto di un contatto fra Vladimir Putin e Joe Biden. “Il presidente russo non ha intenzione di parlare con il suo omologo americano”, le parole lapidarie del portavoce Dmitry Peskov. Sul fronte della diplomazia un piccolo spiraglio giunge anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il leader di Ankara non perde la speranza di organizzare un incontro fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Nella visione del ‘Sultano’ il presidente russo sarebbe infatti “molto più morbido e più aperto ai negoziati con Kiev rispetto al passato”. Allo stesso tempo – sempre a dire di Erdogan – pure Zelensky sarebbe “favorevole al superamento del problema”.

Sul campo invece proseguono i bombardamenti, in particolare sulla zona di Zaporizhzhia, e anche gli allarmi aerei, pure a Kiev dove gli alunni la prossima settimana torneranno a seguire le lezioni con la modalità della didattica a distanza. La grande proeccupazione però è relativa alla diga di Kakhovka nella regione di Kherson. Secondo Kiev i russi l’avrebbero minata e potrebbero decidere di farla saltare provocando un “disastro” per poi incolpare l’Ucraina. “Abbiamo avuto indicazioni che la Russia potrebbe compiere atti drammatici”, dichiara a riguardo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Completamente opposta la versione dei filorussi che smentiscono categoricamente la notizia. “Sono informazioni non vere, Zelensky è un bugiardo”, spiegano.

Nervi tesi pure sull’inchiesta che riguarda il sabotaggio del Nord Stream. Il Cremlino conferma la volontà di prendere parte alle indagini ma denuncia di essersi trovato davanti a un “muro di riluttanza a interagire”, da parte dell’Occidente. Il motivo per Mosca starebbe in ciò che potrebbe emergere. Per il Cremlino infatti qualora gli autori del sabotaggio al Nord Stream fossero resi pubblici, “molti in Europa rimarrebbero sorpresi”.

(LaPresse)

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