Ucraina, Di Maio: “Stop bilaterali senza distensione”. Botta e risposta con Mosca

Foto Mauro Scrobogna / LaPresse Senato - Commissioni Esteri e Difesa Nella foto: Audizione del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio

ROMA – La strada maestra rimane la “soluzione diplomatica”, ma i “margini si riducono di giorno in giorno”. L’informativa alle camere del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, fotografa la crisi Ucraina-Russia, che “mette a rischio la stabilità e la prosperità del mondo” e “minaccia l’ordine internazionale e la libertà”.

Il piglio è severo con Mosca, al punto da sottolineare che, dopo il riconoscimento unilaterale delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, in coordinamento con il premier, Mario Draghi, la linea è quella di ritenere che “non possano esserci nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione”, esattamente come deciso “dai nostri alleati e partner europei”, in particolare dal segretario di Stato, Antony Blinken, e dal responsabile della politica estera francese, Jean-Yves Le Drian, che hanno cancellato i rispettivi incontri con Sergej Lavrov.

Una scelta che irrita il Cremlino: “È una strana idea di diplomazia”, fanno sapere dal ministero degli Esteri russo. Ma fonti della Farnesina replicano a tono: “No alle provocazioni, l’Italia è impegnata a trovare soluzioni diplomatiche per scongiurare una guerra”. Dalla parte del ministro italiano si schierano Pd, diversi parlamentari M5S e una parte dei centristi, esprimendogli solidarietà per i “toni inaccettabili” dalla Russia.

Nel discorso di Di Maio è ampio il capitolo riservato alle sanzioni verso Mosca: “Per essere efficaci devono fungere da deterrente contro ulteriori azioni militari ed essere quindi sostenibili, proporzionate e graduali”. Ma l’Europa è pronta ad “ulteriori misure restrittive” in caso “di altre azioni da parte russa”. Tenendo sempre un occhio vigile sulle ricadute della crisi, soprattutto sul gas, un business importante per il Paese di Vladimir Putin, che ha l’Ue come miglior cliente.

In questo contesto si inserisce lo stop della Germania alle procedure autorizzative del gasdotto Nord Stream 2. “Il gas russo che arriva in Italia transita interamente per i gasdotti ucraini – ricorda il responsabile della Farnesina -. Una ragione in più per evitare il conflitto”. Dunque, “disinnescare la minaccia sull’approvvigionamento via Ucraina significherebbe anche allentare le tensioni dei mercati”.

Il pensiero va anche alle imprese italiane: “Sappiamo che i nostri imprenditori, dal 2014 ad oggi, hanno sofferto pesanti perdite come conseguenza delle sanzioni e lavoreremo per contenere il più possibile l’impatto sui nostri interessi strategici ed economici”. Il punto cruciale è che “mostrarci arrendevoli oggi significherebbe pagare un prezzo molto caro domani”.

La situazione, infatti, è preoccupante: “Condanniamo la decisione di Mosca di inviare nei territori delle due repubbliche separatiste un contingente di truppe con sedicenti funzioni di peacekeeping”. Parole dure, ma senza alzare muri, perché “dobbiamo evitare una guerra nel cuore dell’Europa”, specifica Di Maio, ricordando come proprio Draghi abbia ribadito che “la via del dialogo resta essenziale”. Il premier, da Firenze, all’incontro tra vescovi e sindaci del Mediterraneo, tiene il punto: “Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”.

Anche nel mondo politico l’Ucraina è un tema centrale nel dibattito pubblico. Matteo Salvini ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il quale ha parlato anche della crisi con la Russia, esprimendo “grande preoccupazione per le tensioni internazionali” e “la necessità di garantire la pace e gli interessi degli italiani”.

Il leader del Carroccio, poi, intercettato dai cronisti chiarisce la posizione del suo partito: “Io troppo blando nel criticare Putin? Io la penso come Draghi, la posizione della Lega è quella del premier”. Ma c’è anche una polemica, a distanza, con l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, che alla notizia delle sanzioni europee a Mosca, in un thread su Twitter scrive anche: “Basta shopping a Milano, feste a Saint Tropez, diamanti ad Anversa”, a proposito dei russi.

“Per il capo della politica estera dell’Unione europea, le sanzioni servono a bloccare lo shopping dei russi a Milano e i loro party a Saint Tropez… Siamo al ridicolo. O forse al tragico”, la replica di Salvini, sempre via social. Una reazione che scatena le ire del Pd: “Il tweet di Borrell è infelice, ma Salvini smetta di confondere le acque. La Lega sostiene le sanzioni Ue contro l’aggressività della Russia? Su questo non possono esserci ambiguità”, interviene la dirigente dem Lia Quartapelle.

Mentre il segretario dei democratici, Enrico Letta, avverte: “Va a finire male se non siamo uniti dentro il nostro Paese, in Europa, e tra europei e americani. Se vedrà debolezza da questa parte, Putin tirerà dritto e sarà peggio per tutti”. Nel centrodestra è Silvio Berlusconi a parlare per Forza Italia: “Siamo fortemente preoccupati per il precipitare della situazione in Ucraina”, ecco perché FI “mette in campo la sua autorevolezza e le sue relazioni internazionali – in seno soprattutto al Ppe – per favorire una soluzione pacifica”.

Mentre per FdI “la cosa più importante da fare ora è ribadire la fermezza e la compattezza, e l’unità dell’alleanza atlantica”, dice Giorgia Meloni. Che chiarisce anche un altro aspetto rimasto ‘incerto’: “Le sanzioni vanno bene, se colpiscono più quelli che devono colpire che noi stessi”. Parole che rendono l’idea della delicatezza del momento: perché ogni soffio può trasformarsi in tornado.(LaPresse)

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