ROMA – “Noi italiani viviamo questa guerra per fortuna di riflesso, da lontano. E quindi ci chiediamo, mi chiedo, cosa si può fare oltre ad aiutare quello che era un piccolino, l’amico? Quello che si può e deve fare è cercare la pace, di fare in modo che i due”, Ucraina e Russia, “smettano di sparare e comincino a parlare. Questo è quello che dobbiamo cercare di fare”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in occasione dell’incontro con gli alunni della scuola secondaria inferiore ‘Dante Alighieri’ a Sommacampagna, in provincia di Verona. “Io l’ultima volta che ho parlato con il presidente Putin – ricorda – ho cominciato la telefonata dicendo ‘la chiamo perché voglio parlare di pace’. E mi ha detto ‘non è il momento'”.
“Naturalmente chi attacca ha sempre torto, chi attacca usando la violenza ha sempre torto. Qui c’è una differenza tra chi è attaccato e chi attacca, e bisogna tenerla in mente”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in occasione dell’incontro con gli alunni della scuola secondaria inferiore ‘Dante Alighieri’ a Sommacampagna, in provincia di Verona. “E’ come se passiamo per strada e vediamo uno grosso grosso che dà schiaffoni a uno piccolo piccolo, e noi che facciamo? L’istinto è andare lì, di farli smettere, di aiutare il piccolino. E quello che è successo in Ucraina è che il piccolino è diventato sempre più grande e ora si ripara bene dagli schiaffi che gli dà quell’altro. E’ diventato sempre più grande per due motivi: uno perché è stato aiutato da tutti gli amici in tantissimi modi, e poi perché combatte, si difende per un motivo, la libertà”, sottolinea.
(LaPresse)