ROMA – Potenti esplosioni hanno colpito la base area russa di Saki, in Crimea, uccidendo almeno una persona e ferendone altre sei. Il ministero della Difesa russo ha negato subito che si sia trattato di un bombardamento e ha dato la colpa all’esplosione di alcune munizioni presenti nella base, utilizzata dagli aerei da guerra russi per colpire le aree del sud dell’Ucraina. Ma un alto funzionario militare ucraino ha riferito al New York Times che dietro alle esplosioni ci sarebbero le forze armate ucraine. “Il futuro della Crimea è quello di essere una perla del Mar Nero, un parco nazionale dalla natura unica e una località turistica mondiale. Non una base militare per terroristi. È solo l’inizio”, ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, senza però rivendicare esplicitamente l’attacco.
L’agenzia di stampa russa Tass ha citato una fonte ministeriale non identificata, secondo cui la causa principale delle esplosioni sarebbe una “violazione dei requisiti di sicurezza antincendio”. E subito il ministero della Difesa di Kiev ha commentato sarcasticamente su Facebook: “non siamo in grado di stabilire la causa dell’incendio”, ma “ricordiamo ancora una volta le regole di sicurezza antincendio e il divieto di fumare in luoghi non specificati”.
Se le forze ucraine fossero effettivamente responsabili delle esplosioni, si tratterebbe del primo grande attacco noto a un sito militare russo nella penisola di Crimea, che il Cremlino ha annesso nel 2014, nonché di una significativa escalation nel conflitto. I funzionari di Mosca hanno infatti da tempo avvertito Kiev che qualsiasi attacco alla penisola avrebbe scatenato una massiccia rappresaglia, compresi attacchi ai “centri decisionali” di Kiev, ovvero alle sedi del governo.
Intanto le leader di Estonia e Finlandia hanno chiesto ai Paesi europei di smettere di rilasciare visti turistici ai cittadini russi. “Non è giusto che mentre la Russia conduce una guerra di aggressione brutale, i russi possano vivere una vita normale, viaggiare in Europa come turisti”, ha detto la premier finlandese Sanna Marin. E’ “ora di porre fine al turismo dalla Russia”, le ha fatto eco la premier estone Kaja Kallas, “visitare l’Europa è un privilegio, non un diritto umano”. In un’intervista rilasciata al Washington Post, Zelensky si è spinto oltre affermando che tutti i Paesi occidentali dovrebbero non far entrare i turisti russi.
Mosca nel frattempo continua a portare avanti l’offensiva in Ucraina e al momento non ci sono segnali di una possibile ripresa dei negoziati per arrivare a una tregua. In mattinata la Russia ha lanciato in orbita il satellite iraniano Khayyam dal cosmodromo kazako di Baikonur, oltre ad altri 16 piccoli dispositivi che – secondo Mosca – sarebbero “progettati per la ricerca scientifica e tecnologica e il monitoraggio della situazione ambientale”. Secondo funzionari dell’intelligence occidentale, che hanno parlato con il Washington Post a condizione di anonimato, la Russia prevede invece di utilizzare il satellite per diversi mesi o più per migliorare la sorveglianza degli obiettivi militari in Ucraina, prima di consentire all’Iran di prenderne il controllo.
A preoccupare è poi da giorni la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che è stata colpita da ripetuti attacchi negli ultimi giorni, per i quali Mosca e Kiev si sono incolpate reciprocamente. L’Ue ha affermato che al momento non sembra esserci un aumento della radioattività in Ucraina e in Ue ma ha avvertito che le attività militari intorno alla centrale sono “inaccettabilmente pericolose” e che aumentano il rischio di un incidente nucleare.
(LaPresse)