Il Governo ritira l’emendamento che puntava a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev e valuta un decreto ad hoc per rinnovare la copertura giuridica in scadenza a fine 2022. La proposta di modifica era stata presentata dai relatori di maggioranza Roberto Menia (FdI) e Clotilde Minasi (Lega) al decreto legge sul potenziamento della Nato e sulle misure per il servizio sanitario della regione Calabria provocando la dura reazione di Pd, M5S e Avs.
I dem, pur senza obiettare nulla nel merito, chiedono sin dal mattino di ritirare il testo e approvare un decreto specifico che preveda il passaggio alle Camere, almeno trimestrale, dei ministri competenti. Nel pomeriggio, nel corso dell’esame in commissione al Senato, l’emendamento viene in un primo momento accantonato e poi definitivamente ritirato. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, però, chiede ai presidenti dei gruppi un preciso impegno ad approvare un provvedimento ad hoc entro il 31 dicembre.
Arriva il sì di tutti, tranne quello del M5S e dell’alleanza Verdi Sinistra. “Si tratta di prorogare una norma e l’emendamento era una scelta tecnica per rendere piĂą semplice e veloce il deposito e garantire la conversione entro il 31 dicembre – spiega Ciriani – Se le opposizioni ci danno garanzie sulla possibilitĂ di convertire un decreto entro il 31 dicembre, il Cdm prenderĂ in considerazione la possibilitĂ di un decreto”.
Guido Crosetto conferma la linea: “Il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Abbiamo dato piĂą volte ampia e totale disponibilitĂ di riferire alle Camere. In ogni caso ho chiesto al ministro Ciriani di ritirare l’emendamento in questione dopo che mi ha confermato l’impegno di tutti i gruppi parlamentari a Calendarizzare un decreto sul merito della questione e ad approvarlo entro il 31 dicembre 2022”.
Il ministro della Difesa ricorda che se il provvedimento non venisse approvato entro fine anno, cadrebbe la copertura giuridica con la quale “lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina. Impegni presi dal precedente governo con presidente del Consiglio Draghi, ministro della Difesa Guerini e governo sostenuto dal partito di Conte – la sottolineatura – . Mi aspetto che i gruppi parlamentari di opposizione rispetteranno l’impegno che oggi ci ha portati, per dimostrare la volontĂ di dialogo e di rispetto del governo verso il Parlamento, al ritiro dell’emendamento in questione”. Il no del M5S e Avs, però resta.
Difficile che il nuovo dl possa approdare giĂ questa settimana in Consiglio dei ministri: “Si farĂ questo giovedì o il prossimo, certo il calendario parlamentare è molto affollato”, ammette Ciriani. Domani, intanto, si votano le mozioni alla Camera. “Difficile”, spiegano fonti pentastellate, che il M5S si astenga sulla mozione Pd. In caso di voto contrario anche i dem ripagherebbero con la stessa moneta. Da giocare, invece, la partita sulle mozioni sul salario minimo. Anche in questo caso i testi sono due. “Vedremo cosa deciderĂ di fare il Pd – spiegano dal Movimento – tutto, poi, si incastrerĂ con la grande sfida sulla presidenza della commissione di Vigilanza Rai”. La battaglia tra le opposizioni è in corso.(LaPresse)