Il tempo per “un’ampia mediazione” fra Russia e Ucraina “non è ancora arrivato”. E’ la “triste verità” enunciata dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, il giorno dopo le parole di Vladimir Putin relative all’inevitabilità di un accordo. A dimostrarlo secondo il capo della diplomazia di Kiev sono i circa “cento missili lanciati ogni settimana per distruggere infrastrutture” oltre ai soldati russi “che continuano ad arrivare nel Donbass e le violenze contro la popolazione. Atti che non si compiono quando si cerca una “soluzione pacifica”. Quindi il giorno delle trattative arriverà ma “con nostro grande rammarico”, argomenta ancora Kuleba, “non ci siamo ancora”.
Anche la comunità internazionale è assolutamente conscia del fatto che il conflitto è destinato a prolungarsi ancora a lungo. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha spiegato di avere “poche speranze” in merito. Da Berlino resta comunque la volontà di tenere aperto un canale di comunicazione nonostante le opinioni siano “completamente diverse”. Sullo sfondo infatti resta anche lo spauracchio di un allargamento del conflitto. “la Nato lavora ogni giorno per evitare che la guerra si inasprisca”, il pensiero del Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Anche perché, avverte, “se le cose vanno male possono andare terribilmente male”.
Da Oslo si alza poi la voce dei premi Nobel per la pace russo e ucraino. “L’aggressione contro l’Ucraina è un atto folle e criminale”, dice senza giri di parole Ian Ratchinski, presidente dell’Ong russa Memorial dopo aver ritirato il prestigioso riconoscimento. “La pace non può essere raggiunta deponendo le armi. Questa non sarebbe pace, ma l’occupazione”, gli fa eco Oleksandra Matviychuk leader del Centro per le libertà civili ucraino.
Sul campo infine continua ad infuriare la battaglia con i civili vittime inermi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa sapere che i russi hanno “distrutto” la città di Bakhmut nel tentativo di avanzare nella conquista della provincia di Donetsk. A Kherson, invece, a finire sotto i colpi dei missili è stato il reparto maternità dell’ospedale locale. Fortunatamente non si registrano feriti o vittime fra operatori sanitari, pazienti e bambini.(LaPresse)