BRUXELLES – Mentre a Kiev si combatte strada per strada e il presidente Zelensky resiste, l’Occidente lavora per aiutare le forze ucraine e fare terra bruciata attorno a Mosca. Dall’Ue è in arrivo “un pacchetto di aiuti di emergenza per le forze armate ucraine, per sostenerle nella loro eroica battaglia”, ha annunciato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, che ha convocato per domani una riunione virtuale dei ministri degli Esteri.
Nell’Unione europea cadono anche le ultime resistenze della Germania ad inviare le armi all’Ucraina e dare il via libera al blocco dei pagamenti interbancari Swift contro Mosca. Nelle ultime ore si erano mosse le diplomazie di mezza Europa per convincere il governo tedesco a rimuovere le resistenze. L’efferatezza degli attacchi e il rischio così alto alla stabilità futura dell’Occidente hanno fatto fare un’inversione a U a Berlino, un passo che probabilmente segnerà il futuro delle relazioni con Mosca.
“L’attacco russo segna una svolta. È nostro dovere fare del nostro meglio per sostenere l’Ucraina nella sua difesa contro l’esercito invasore di Putin. Ecco perché stiamo consegnando 1000 armi anticarro e 500 missili Stinger ai nostri amici in Ucraina”, ha affermato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.
Via libera anche a una restrizione “mirata e funzionale” del sistema di pagamento internazionale Swift alla Russia, con correttivi “in modo da colpire le persone giuste”, ha affermato la ministra degli Esteri federale, Annalena Baerbock. Dopo che anche Italia, Cipro e Ungheria hanno fugato ogni dubbio sull’adozione a questo tipo di sanzione, la misura dovrebbe dunque essere approvata nel terzo pacchetto a cui l’Unione europea sta lavorando.
All’Onu il Consiglio di sicurezza ha bocciato per il veto della Russia, membro permanente, la risoluzione che chiede a Mosca di fermare immediatamente le operazioni militari: undici i voti a favore e tre Paesi si sono astenuti (Cina, India ed Emirati Arabi Uniti). Ma si sta lavorando per creare un’alleanza anti-russa più ampia possibile in seno all’Assemblea generale.
“L’Onu è nato dalla guerra per porre fine alla guerra. Oggi quell’obiettivo non è stato raggiunto. Ma non dobbiamo mai arrenderci” ha affermato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Mentre il presidente ucraino gli ha chiesto che Mosca venga privata del diritto di voto all’Onu e accusata di genocidio. Zelensky, che ha rifiutato l’offerta di evacuazione degli Usa e deciso di rimanere sul campo, ha un appoggio sempre più vasto della comunità internazionale.
Anche il Papa in una telefonata ha espresso il “suo più profondo dolore”. Sul campo si moltiplicano le iniziative per inviare rifornimenti e armi a Kiev. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha annunciato ulteriori aiuti militari dagli Usa all’Ucraina del valore di 350 milioni di dollari. Il Belgio ha deciso di mandare nel Paese circa 2.000 mitragliatrici e 3.800 tonnellate di carburante.
L’Estonia è riuscita a mandare dei vecchi obici acquistati in passato dalla Germania. Il governo di Tallin, assieme agli altri paesi baltici, ha anche deciso di chiudere lo spazio aereo alle compagnie russe e chiesto agli altri Stati europei di fare lo stesso. Frattanto, si aggrava di ora in ora l’emergenza rifugiati.
“Più di 150.000 rifugiati ucraini sono ora entrati nei paesi vicini, metà dei quali in Polonia e molti in Ungheria, Moldova, Romania e oltre”, ha detto l’Alto commissario dell’Unhcr, l’organismo dell’Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, che aggiunge: “Cresce anche lo sfollamento in Ucraina, ma la situazione militare rende difficile stimare i numeri e fornire aiuti”. A Bruxelles si lavora al Consiglio Affari Interni straordinario di domani pomeriggio, convocato proprio per affrontare la situazione dell’accoglienza dei rifugiati ucraini, e a cui sarà presente la ministra Luciana Lamorgese.