ROMA – Lavorare uniti per “evitare un’escalation”. È il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a tracciare la linea italiana sulla crisi ucraina. Il titolare della Farnesina mette in chiaro che l’Italia “riconosce pienamente” l’integrità territoriale dell’Ucraina e “il diritto di tutti gli stati sovrani a determinare le proprie alleanze” ma, allo stesso tempo, occorre mantenere aperto un canale di dialogo con Mosca.
La speranza è che “il prima possibile” possano arrivare segnali “tangibili” che portino verso una soluzione diplomatica della crisi. Nel frattempo, “in via precauzionale”, la Farnesina invita tutti i cittadini italiani presenti in Ucraina a rientrare con mezzi commerciali e a posticipare tutti i viaggi verso Kiev. Inoltre è stato deciso di far rientrare tutto il personale non essenziale della sede diplomatica. “Ma ovviamente la nostra ambasciata rimane pienamente operativa”, chiarisce Di Maio.
Tutto l’arco politico spinge per la de-escalation. “Attenuare le tensioni è una questione di sicurezza nazionale per il nostro Paese”, il pensiero di Matteo Salvini. Il leader della Lega fa notare anche come al mercato italiano, attraverso l’Ucraina, vengano destinati “circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo”. Di conseguenza un conflitto nell’area porterebbe ulteriori problemi in un periodo già fortemente caratterizzato dal caro energia.
Di “pesanti ricadute economiche ed energetiche”, qualora si arrivasse a un conflitto parla anche Giorgia Meloni. Secondo la presidente di Fratelli d’Italia “ora più che mai bisogna lavorare per allentare la tensione – come richiesto anche dal presidente ucraino Zelensky – e arrivare a un giusto punto di equilibrio tra le esigenze in campo, a partire dall’inviolabilità territoriale dell’Ucraina”.
L’auspicio è che l’Italia possa giocare “un ruolo da protagonista nella mediazione”. Per il Pd prende la parola Piero Fassino, il presidente della commissione Esteri della Camera dei Deputati. “Si insista nel sollecitare Mosca a compiere per prima atti di de-escalation, riducendo la presenza militare ai confini dell’Ucraina”, argomenta.