ROMA – Russia e Ucraina si preparano alla battaglia nel Donbass. Mosca sta spostando le sue truppe verso est e, secondo il governatore della provincia di Lugansk, Serhiy Haidai, si tratta di una “questione di giorni” per l’inizio delle grandi operazioni militari. “Avete presente Bucha o Mariupol? Da noi sarà molto peggio”, il suo pensiero. Un fronte dove, molto probabilmente, si deciderà l’esito dell’intero conflitto.
Solo chi riuscirà a prevalere, infatti, avrà più potere al tavolo negoziale. Soltanto dopo questo scontro, ormai certo, si potrebbe pensare a un incontro fra i due presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. A tracciare la possibile ‘road map’ è Mykhailo Podolyak, consigliere del leader di Kiev, che individua in “due o tre settimane” il tempo necessario. Intanto per lunedì è prevista la visita a Mosca del cancelliere austriaco Karl Nehammer.
Dal campo non passa giorno in cui non si segnalino nuovi massacri. A Buzova, vicino a Kiev, le autorità locali denunciano il ritrovamento di una fossa comune “con decine di corpi all’interno”. Solo nella regione di Kiev i morti civili da inizio conflitto sarebbero 1.222. Dal comune di Mariupol arrivano invece notizie di un’operazione di “pulizia” per eliminare i “nazisti”, ovvero “coloro che amano l’Ucraina”. Secondo Petro Andriushchenko, consigliere del primo cittadino, i russi “uccidono i civili pacifici per strada poi fanno le foto ai morti, ostentando la vittoria”. Missili pure sull’aeroporto di Dnipro, andato distrutto. Il bilancio provvisorio è di almeno sei feriti.
In merito alle nefandezze commesse sui civili arriva dagli Stati Uniti un attacco diretto al Cremlino. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan parla di immagini “orribili ma non sorprendenti”. Secondo la Casa Bianca, infatti, esisteva da tempo un piano dei “più alti livelli” del governo russo per “prendere di mira i civili che si oppongono all’invasione, brutalizzarli, terrorizzarli e soggiogarli”.
Gli Usa si scagliano poi contro Alexander Dvornikov, il nuovo generale messo a capo delle operazioni militari da Mosca. Secondo fonti di intelligence Usa, il 60enne militare di lungo corso avrebbe commesso un numero “record” di atrocità sui civili in Siria. La Nato, dal canto suo, pianifica una presenza permanente di truppe sul confine orientale dell’Alleanza in risposta all’invasione russa. A confermarlo il segretario generale Jens Stoltenberg, secondo cui siamo davanti a “una trasformazione fondamentale” che rifletterà “le conseguenze” a lungo termine della decisione presa da Vladimir Putin.
Un’ultima notizia allarmante giunge poi da Chernobyl. Secondo Kiev, i russi avrebbero rubato 133 sostanze altamente radioattive da un’area di stoccaggio della ex centrale nucleare. Un’attività “mortale” se gestita “in modo non professionale” avverte l’agenzia statale ucraina che gestisce la zona di esclusione attorno alla centrale.(LaPresse)