ROMA – E’ passato un mese dall’inizio dell’attacco russo in Ucraina il 24 febbraio e a oggi la situazione sul campo resta drammatica. Quasi mille i civili uccisi sotto le bombe e oltre 1.500 i feriti, tra cui decine di bambini. Scuole e ospedali distrutti, città sotto assedio. Secondo la Nato la Russia avrebbe perso fino a 15mila soldati, cifra che sale dai 30.000 ai 40.000 militari uccisi o feriti.
La tensione resta altissima, con gli Stati Uniti che hanno accusato l’esercito russo di aver commesso crimini di guerra e Mosca che ha annunciato l’espulsione di diplomatici statunitensi in risposta alle precedenti espulsioni Usa. L’Occidente ha inasprito sempre di più le sanzioni e mira a rendersi indipendente dall’import di petrolio e gas di Mosca. Il presidente Vladimir Putin ha risposto ordinando di accettare il pagamento per il gas naturale russo solo in rubli. La misura, è stato spiegato, riguarderà solamente i “paesi ostili”.
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, tornato a parlare al Parlamento francese, ha ribadito la richiesta di aiuto e di nuove armi per “difendere la libertà”. Il leader ha anche chiesto che le aziende francesi come Renault, Auchan, Leroy Merlin lascino Mosca per smettere di “sostenere la macchina da guerra russa”, e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba è arrivato a chiedere il boicottaggio mondiale per Renault.
Zelensky ha anche avuto un colloquio telefonico con il premier britannico Boris Johnson che ha espresso la sua intenzione di sfruttare gli incontri di G7 e Nato per aumentare in modo “sostanziale” gli aiuti in armi letali a Kiev. In giornata è proseguito l’attacco russo. Il sindaco di Irpin, Oleksandr Markushin, ha accusato Mosca di aver utilizzato bombe al fosforo, mentre il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha denunciato nuovi bombardamenti nella capitale che hanno ucciso almeno una persona e ne hanno ferite altre due.
Durante la notte tra martedì e mercoledì Zelensky ha affermato che le forze russe non solo hanno bloccato un convoglio umanitario che cercava di raggiungere l’assediata città di Mariupol con rifornimenti, ma hanno catturato alcuni dei soccorritori e degli autisti di autobus. “Stiamo cercando di organizzare corridoi umanitari stabili per i residenti di Mariupol, ma quasi tutti i nostri tentativi, sfortunatamente, sono sventati dagli occupanti russi, dai bombardamenti o dal terrore deliberato”, ha rimarcato Zelensky.
I negoziati tra Mosca e Kiev proseguono da giorni ma al momento si è riusciti a raggiungere un accordo solo sull’istituzione quotidiana di corridoi umanitari. Le trattative sono difficili, hanno riferito entrambe le parti. “La delegazione di Kiev cambia continuamente posizione”, ha accusato il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, che ha incolpato Washington di non voler una conclusione rapida dei colloqui. Secondo indiscrezioni del Wall Street Journal per facilitare le trattative Zelensky avrebbe chiesto a Biden di non sanzionare l’oligarca russo Roman Abramovic perché “potrebbe avere un importante ruolo da mediatore”.
Nonostante il Cremlino abbia ripetutamente ribadito che c’è unità nel sostenere il conflitto, nel governo sono iniziate le prime defezioni. L’inviato russo per il clima Anatoly Chubais, considerato un fedele di Putin, si è dimesso dal suo ruolo e ha lasciato il Paese in segno di contrarietà alla guerra in Ucraina.(LaPresse)