Ucraina: oltre 47mila profughi, 90% donne e bimbi. In arrivo dpcm accoglienza

In attesa del Dpcm accoglienza, che con tutta probabilità sarà licenziato domani, sul tema dei profughi in arrivo dall'Ucraina è costante il confronto delle Regioni con istituzioni e protezione civile.

ROMA – In attesa del Dpcm accoglienza, che con tutta probabilità sarà licenziato domani, sul tema dei profughi in arrivo dall’Ucraina è costante il confronto delle Regioni con istituzioni e protezione civile.

Si va dagli aspetti organizzativi a quelli economici, mentre Palazzo Chigi definisce le misure del decreto, che includeranno, per l’accoglienza, i centri coordinati dal Viminale, strutture gestite dal terzo settore e case messe a disposizione da cittadini pronti ad ospitare chi ne ha bisogno. Superata, almeno per ora, l’ipotesi della nomina di un commissario per l’accoglienza.

In mattinata, a Palazzo Chigi, si è svolta una riunione con i ministri dell’Interno, Luciana Larmogese, dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, del Lavoro, Andrea Orlando, coordinata dal sottosegretario alla presidenza, Roberto Garofoli, e a cui ha preso parte anche il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che nel pomeriggio è stato audito dal Comitato Schengen.

Sono “numeri drammatici”, quelli dell’emergenza profughi ed è una situazione “inedita”, ha spiegato Curcio. Tre milioni di persone hanno già lasciato l’Ucraina e sono oltre 47 mila quelle arrivate in Italia, per il 90% donne e bambini (24.032 donne, 4.052 uomini e 19.069 minori). Per la maggior parte sono arrivati nella Penisola passando dalla Slovenia e per ora “solo 2.500 utilizzano l’assistenza strutturata – chiarisce il capo della protezione civile – mentre gli altri si sono rivolti ad amici e parenti”.

Al vaglio l’ipotesi di un sostegno economico a quanti già ospitano, con “un contributo dato sotto forma di aiuto al profugo e non alla famiglia – dice Curcio – Dobbiamo evitare di mettere in piedi meccanismi che nascono positivamente per la solidarietà ma che, se usati in modo spregiudicato, possono causare qualche problema”.

L’impegno finanziario per l’accoglienza crescerà e si pensa già a come censire i minori non accompagnati ai quali, oltre a una casa, serve supporto psicologico, assistenza sanitaria e inserimento in un percorso scolastico.

A grandi e piccoli, l’assistenza sarà garantita da una parte attraverso la rete dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), gestite da Viminale e prefetture. Dall’altra in collaborazione con famiglie e in appartamenti e strutture in carico a enti del terzo settore.

Di Alessandra Lemme

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