Una “terza guerra mondiale” a cui “non bisogna rassegnarsi” perché “la pace è possibile”. È tornato a chiedere la fine del conflitto in Ucraina Papa Francesco, che a ogni uscita pubblica ribadisce il concetto di Paese “martoriato”. Omelia, discorso a braccio e poi Angelus in occasione della VI Giornata Mondiale dei Poveri per i 30mila fedeli riuniti in Piazza San Pietro a cui il Pontefice si è rivolto affacciandosi dal Palazzo Apostolico Vaticano. “Bisogna non fuggire” perché “oggi ognuno di noi si deve interrogare davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tanta gente”, le parole di Francesco, che ancora una volta ha citato lo scrittore russo Fedor Dostoevskij alla ricerca delle parole per la tragedia in est Europa e i suoi protagonisti: “Non abbiate paura dei peccati degli uomini – ha ricordato Bergoglio prendendo in presito le frasi de ‘I fratelli Karamazov’ -, amate l’uomo anche col suo peccato, perché questo riflesso dell’amore divino è il culmine dell’amore sulla terra”.
Parole che si sovrapponogono alla cronistoria della giornata. Sirene antiaeree sono risuonate subito dopo le 9 in tutta l’Ucraina, con il governo di Kiev che ha esortato le persone a rifugiarsi. La causa dell’allarme è da ricercarsi nel decollo di un aereo Mig-31K, forse armato con missili Kinzhal, dall’aeroporto di Machulishchi in Bielorussia. Un altro aereo da combattimento è decollato dall’aeroporto di Baranovichi pochi minuti prima.
Dopo la conquista di Cherson secondo Kiev “il sostegno alla guerra nella Federazione Russa sta rapidamente diminuendo”, ha fatto sapere il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak. Dall’oligarca al calzolaio – ha scritto su Twitter – si diffonde l’opinione che ‘è ora di finirla’. Politicamente e psicologicamente, la Russia non è ancora matura per veri negoziati e per il ritiro delle truppe. Ma accadrà, subito dopo la liberazione di Donetsk o Luhansk”. Nell’ultima settimana le forze armate di Kiev hanno liberato 179 insediamenti sulla riva destra del Dnepr, riporta Unian citando il portavoce del comando operativo ‘Sud’ dei militari ucraini. “Stiamo effettuando misure di stabilizzazione, compreso lo sminamento”, viene spiegato.
La presidente georgiana, Salome Zurabishvili, ha poi rilasciato un’intervista a Radio France in cui parla di circa 700mila cittadini russi che sono partiti per la Georgia dopo che Vladimir Putin ha annunciato una mobilitazione parziale in Russia in seguito al conflitto in Ucraina. Secondo la leader di Tbilisi “circa 100mila russi sono rimasti in Georgia e 600mila potrebbero dirigersi verso altri Paesi”. “In generale, i russi che sono venuti in Georgia sono persone che chiaramente non vogliono condividere la guerra di Putin e non vogliono essere mobilitato”, ha concluso.
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