Bruxelles (Fabio Fantozzi)- Servono almeno 750 miliardi di dollari per ricostruire l’Ucraina. A dirlo è il premier ucraino, Denys Shmyhal, intervenuto alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina a Lugano. La sfida per l’Ue, che vuole guidare la gestione del Piano Marshall per Kiev, è ora capire come mobilitare tutti questi soldi e come coordinare gli sforzi di tutti i partner internazionali, istituzioni e privati. Il prossimo grande passo sarà una conferenza internazionale di alto livello per la ricostruzione che sarà lanciata dopo l’estate dall’Ue e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’annuncio è arrivato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen durante l’evento di oggi organizzato dai governi svizzero e da quello ucraino. “Vogliamo riunire le menti più brillanti e gli esperti mondiali di ricostruzione per garantire che questo impegno generazionale sia fatto nel modo giusto”, ha spiegato la numero Uno della Commissione. Già al Forum economico di Davos molti investitori e attori internazionali si erano fatti avanti per ricostruire l’Ucraina post-bellica. Tuttavia, non si tratta, avverte von der Leyen, solo di qualcosa che “è nel nostro interesse, ma anche di un dovere morale”, mentre per il presidente Zelensky la ricostruzione “non è un progetto locale o di una nazione, ma un compito comune dell’intero mondo democratico, dei paesi che possono dirsi civili”. Nel concetto c’è anche “lo sviluppo delle istituzioni”, ha sottolineato Zelensky riprendendo l’auspicio di Bruxelles che riforme e ricostruzione vadano di pari passo.
Insomma, non si tratta solo di ricostruire il paese com’era ma “come i suoi giovani vogliono che sia” e se “questo può sembrare eccessivamente ambizioso, mentre le bombe russe continuano a cadere”, sottolinea von der Leyen, “ormai lo sappiamo tutti che niente è impossibile al popolo coraggioso dell’Ucraina”. Nella piattaforma proposta dalla Commissione la Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo – la cui direttrice ha incontrato von der Leyen a margine dell’evento – avrà un ruolo cruciale, così come “i nostri partner da tutto il mondo, dalla Svizzera agli Stati Uniti, le organizzazioni europee e internazionali, dalla Banca Europea per gli Investimenti, dal Fmi alla Banca Mondiale, e, naturalmente, coinvolgerà imprese e associazioni di imprese con tutto il loro incredibile know-how”.
Nelle intenzioni del premier Shmyhal, che ha presentato un piano di ricostruzione diviso in tre fasi, una buona fetta di finanziamenti dovrebbero venire dai fondi congelati anche agli oligarchi russi e magari dalle confische, uno strumento su cui la Commissione europea sta lavorando ma che in incontra le difficoltà giuridiche degli ordinamenti nazionali in materia. Il tutto mentre sul suolo ucraino continua a essere sparso sangue ogni giorno. Anche se non potremo mai eguagliare i sacrifici che gli ucraini stanno facendo ogni giorno, chiosa von der Leyen, “la loro battaglia è anche la nostra e mentre lavoriamo in questi giorni per aiutare l’Ucraina a vincere questa guerra, dobbiamo anche assicurarci che l’Ucraina vinca la pace che verrà”.
(LaPresse)