MILANO – “Del loro gas abbiamo un gran bisogno, su questo non c’è dubbio. Ma i russi hanno molto bisogno di venderlo. Oltre al fatto che se dovessero chiudere il rubinetto, ci vorrebbe molto tempo per riaprirlo. E per loro sarebbe un suicidio. I grandi impianti non funzionano con un interruttore. Guardate al nostro Adriatico: di energia se ne potrebbe prendere parecchia, ma ci vorrà un anno e mezzo per riavviare l’estrazione”. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è l’ex premier Romano Prodi che sottolinea: “Sanzioni su gas e petrolio? Le immagini appena viste rivelano crimini imperdonabili, inaccettabili anche nelle tragedie belliche. Occorre una risposta forte e unitaria da parte dell’Europa”.
Sulla dipendenza energetica dalla Russia, Prodi spiega: “Quando ero al governo, dati i limiti della produzione interna, misi come obiettivo la massima diversificazione degli acquisti, posto che tutti gli Stati erano problematici. Ai tempi, per esempio, gli analisti indicavano l’Algeria come la più soggetta a rischi. La mia priorità è stata essere il più possibile indipendenti, ma il contesto generale italiano non lo permetteva. Sul nucleare c’era stato il referendum, l’idroelettrico faceva quello che poteva. Sulle energie rinnovabili si è lavorato, ma con risultati ovviamente non risolutivi. In conclusione si è continuato a dipendere dall’estero. Inoltre, da parte di tutti i Paesi acquirenti, agli esistenti contratti di lungo periodo, che garantivano la sicurezza di rifornimento anche se a prezzi leggermente più elevati, si preferì la libertà di mercato. Per un po’ questo ha funzionato a nostro favore, poi il mercato è impazzito verso l’alto e lo stiamo pagando caro. Adesso abbiamo urgente bisogno di altri fornitori. Accolgo con favore l’offerta americana di aumentare l’esportazione di gas verso l’Europa, ma i produttori americani lo vendono a prezzo di mercato che ora è altissimo. Mi auguro possa essere l’occasione per ottenere energia in modo più diversificato e gestito”.
(LaPresse)