ROMA – Dopo la bufera Matteo Salvini rompe il silenzio. Il leader della Lega, al centro delle polemiche per aver tentato di organizzare un viaggio a Mosca, si difende e passa al contrattacco. Gli incontri con l’ambasciatore russo Sergey Razov? Tutto fatto “alla luce del sole” e in totale “trasparenza” con l’obiettivo di portare un “mattoncino” alla costruzione della pace. La parola scelta dal segretario del Carroccio e scandita nel corso di una diretta social, non è casuale: “trasparenza” nei rapporti, infatti, ha chiesto Mario Draghi interpellato sulla possibile missione in Russia di Salvini.
La linea di palazzo Chigi sulla questione non cambia. A ribadirla è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza Franco Gabrielli. “Queste iniziative – dice chiaro – dovrebbero essere fatte a livello di leader di Governo, non di partito”. L’ex capo della polizia fa suo il ragionamento del premier: “Tutto è possibile purché si faccia nella massima trasparenza e rispetto dei ruoli che, soprattutto in momenti così complicati, tutti devono avere. Soprattutto quei personaggi che hanno una responsabilità che deriva dall’essere leader di formazioni politiche importanti e che reggono il governo”, è la sottolineatura.
Salvini, però, non vede inciampi nel percorso scelto. “Io non mi voglio sostituire a nessuno, voglio soltanto essere utile alla pace”, insiste. E ancora: “Non chiedo medaglie, ma nemmeno processi sommari a reti unificate, chiedo rispetto”. L’obiettivo dichiarato dal leader della Lega “era quello di andare a Mosca tornando a casa con un risultato concreto da offrire al governo italiano”. Un’azione di supporto, quindi, fatta di contatti e relazioni, di incontri con la diplomazia russa, ma – ripete quasi a cantilena l’ex titolare del Viminale – anche con Turchia, Cina, Stati Uniti. In agenda, rivela, non ci sarebbe stato un incontro con Putin. “Non lo sento da anni, in Russia avrei incontrato il ministro degli Esteri, Lavrov”. E a chi lo accusa, Salvini replica: “Se devo chiedere il cessate il fuoco a chi lo devo chiedere? Agli eschimesi? ai groenlandesi, ai peruviani? Lo devo chiedere a chi ha iniziato il conflitto”.
Il numero uno di via Bellerio dice poi di essersi “fatto carico delle assenze altrui” e attacca apertamente Luigi Di Maio. “Abbiamo un ministro degli Esteri che ha proposto un piano di pace che è durato 20 minuti”, ironizza. E ancora: “Se aspettiamo le mediazioni del ministro Di Maio temo che a Natale saremo ancora qua a parlare di guerra”. Il leader del Carroccio ne ha anche per Enrico Letta, Matteo Renzi, Carlo Calenda “che giocano a risiko dai loro salotti”. Mi fermano? si chiede “No. Non mi fermano i processi, quelli veri, figurati se mi intimoriscono gli insulti a reti unificate. La maggioranza dei politici mi ha attaccato, sono straconvinto che la maggioranza degli italiani chieda dialogo e pace. Vado avanti, prendendo anche l’eredità di una sinistra che una volta alla pace teneva”, è la frecciata.
Nessuna convocazione è ancora arrivata dal Copasir, dice Salvini: “Aspetto che mi chiamino ma ritengo di una gravità assoluta entrare nel merito di impegni volti alla pace”. In realtà, il comitato che si occupa della sicurezza della Repubblica non ha in programma di sentire l’ex titolare del Viminale, almeno per ora. Per prassi l’audizione di leader politici e parlamentari avviene solo su loro richiesta (come successo per Giuseppe Conte o per il deputato azzurro Andrea Ruggeri). Quello che ha fatto Salvini, anche sentire gli ambasciatori – spiegano fonti interne – rientra nell’attività di un leader. Quanto ad Antonio Capuano, consulente di Salvini e organizzatore della missione sul quale è stata aperta una procedura dopo le notizie di stampa, il Copasir sta raccogliendo le informazioni, ma non si sa ancora se sarà ascoltato e se verrà aperta un’indagine ufficiale.(LaPresse)