ROMA – “Grazie per essere qui, uniti, in una giornata che non avremmo mai voluto vivere. Venti freddi di guerra soffiano sull’Europa. Venti che ci riportano ad anni terribili. E vanno subito placati perché potrebbero avere esiti inimmaginabili”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra nel suo intervento dal palco di Piazza Santi Apostoli alla manifestazione contro l guerra.
“Proprio in questi istanti si sta combattendo la battaglia di Kiev. Sono ore tragiche, in cui un popolo combatte per il proprio diritto di autodeterminarsi. Per la propria democrazia. Si combatte casa per casa, strada per strada. Con una mobilitazione generale che vede civili fronteggiare con armi improvvisate le truppe di Putin Sono lavoratrici e lavoratori. Sono studentesse e studenti. Pensionate e pensionati. Sono nostri fratelli. Donne e uomini europei! Oggi siamo qui a per esprimere solidarietà a loro e a tutta la comunità ucraina in Italia. E c’è un altro popolo a cui vogliamo che giunga la nostra totale vicinanza”.
“È quello di una Russia che si ribella al tiranno. Il popolo di studenti, donne, lavoratori che con coraggio immenso ha riempito le Piazze di San Pietroburgo. Sfidando gli arresti e i metodi polizieschi di Mosca. Condannando l’offensiva sanguinaria. E facendo vedere al mondo che la Russia è altro da Putin. Che un’altra via è possibile. A Kiev e a Mosca non dobbiamo lasciar sole queste persone! Non possiamo farlo! E allora se siamo qui è anche e soprattutto per lanciare all’Europa, al Governo italiano, alla comunità internazionale un messaggio di due sole parole. FATE PRESTO! Unitevi! Costruite subito le condizioni per porre fine alle ostilità e ristabilire Pace e libera convivenza.
La pace, come la libertà, è qualcosa per cui combattere. Sempre. Con partigianeria e senza ipocriti equilibrismi. Questo ci hanno insegnato i nostri Padri e le nostre Madri. Che dalle macerie del nazifascismo hanno creato l’Europa Unita. La pace e sviluppo.
Oggi siamo qui, sulle sulle loro spalle per dire: Ritirate le truppe dai confini Ucraini. Ridate ruolo alle diplomazie.
Date una speranza alla pace. Invocare soluzioni negoziali non vuol dire distribuire equamente le responsabilità. No. Qui c’è un muro enorme che separa vittime e carnefici. Da una parte uno Stato sovrano violato. Trattati stracciati. Bombe e vittime civili. Bambini e donne che cadono. Dall’altra c’è un esercito invasore. Un autòcrate saniguinario. E allora è tempo che l’Unione alzi la testa con azioni concrete, sanzioni esemplari, un sostegno forte a una Nazione stremata. Dobbiamo osare l’Europa: oggi o mai più. Le stelle dell’Unione devono essere il confine che separa le democrazie dall’autoritarismo. La violenza dall’accoglienza”.
Si tengano aperte le frontiere ai profughi che stanno arrivando e che arriveranno. Per questo oggi chiediamo a tutti i sindacati d’Europa di mobilitarsi con noi. Per completare l’integrazione europea. Andare oltre gli egoismi dei singoli Stati.
E onorare la tragedia di questi due anni, il sacrificio di tante vite umane, dando compimento a una nuova Federazione dei popoli. Con una difesa comune. Con sinergie industriali e una nuova politica energetica. É il tempo di stringere le maglie della collaborazione per rispondere in modo compatto alla sfida di un futuro pacifico, libero, prosperoso e democratico”.
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