GERUSALEMME – “Ogni giorno in più in cui questa guerra continua, porta alla distruzione, non solo di infrastrutture, ma di vite umane, di civili, di soldati da entrambe le parti, e dobbiamo assolutamente evitarlo insieme”. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, nella sua prima visita in Israele da quando è entrato in carica. Durante la conferenza stampa congiunta con il premier israeliano, Naftali Bennett, Scholz ha chiesto la fine degli attacchi ai civili e la ripresa dei colloqui per porre fine alla crisi in Ucraina. “Il nostro dovere come leader è fare di tutto per fermare lo spargimento di sangue e spostare gli avvenimenti dal campo di battaglia al tavolo dei negoziati il più velocemente possibile. Non è troppo tardi per farlo”, ha aggiunto il Bennett. Israele ha espresso sostegno al popolo ucraino, inviando aiuti umanitari, ma non ha esplicitamente criticato la Russia, sulla quale fa affidamento per il coordinamento della sicurezza in Siria. Bennett ha difeso la risposta di Israele alla crisi, definendola “misurata e responsabile”.
Durante la sua visita, Scholz si è recato al memoriale dell’Olocausto Yad Vashem insieme a Bennett, e i due si sono incontrati per colloqui nel corso della giornata. Negli anni successivi all’Olocausto, in cui la Germania nazista uccise 6 milioni di ebrei, Germania e Israele sono diventati fedeli alleati. I gabinetti dei paesi tengono sessioni congiunte regolari e la Berlino è il partner commerciale più importante di Israele nell’Unione europea. Tuttavia, la Germania, come gran parte dell’Europa, è in contrasto con Israele quando si tratta della questione palestinese. La Germania ha chiesto uno stato palestinese accanto a Israele e si oppone alle attività di insediamento di Israele in Cisgiordania, oltre a essere le potenze mondiali che stanno negoziando con l’Iran sul suo programma nucleare.
Bennett ha detto di stare osservando con apprensione la rinegoziazione da parte di Germania, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina per il rilancio dell’accordo nucleare del 2015, dopo l’uscita degli Stati Uniti nel 2018, aggiungedo di essere preoccupato del fatto che l’accordo non avrebbe messo un freno al programma nucleare dell’Iran. Scholz ha riferito di aver compreso le preoccupazioni di Israele, dicendo al tempo stesso che fosse ora di proseguire con l’accordo. “Quello che vogliamo raggiungere è un accordo a Vienna ora, perché ora è il momento di decidere; non può essere ulteriormente ritardato e non può continuare a essere rimandato. Ora è finalmente il momento di dire ‘sì’ a qualcosa che rappresenta una soluzione buona e sensata”, ha detto Scholz.
(LaPresse/AP)