BRUXELLES – Ancora fumata nera sull’embargo al petrolio russo ma si cerca l’accordo fino all’ultimo. Ormai sul tavolo degli ambasciatori dell’Ue rimane lo stop solo al greggio di Mosca che arriva via mare, che rappresenta i due terzi di tutte le importazioni totali nell’Ue e che dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno, mentre viene concessa un’esenzione temporanea per l’oleodotto di Druzhba, che riguarda soprattutto l’Ungheria.
Nonostante la sostanziosa apertura, in aggiunta ai precedenti impegni a supportare la transizione e la riconversione delle raffinerie, sul sesto pacchetto di sanzioni continua a pendere il veto di Budapest. La Commissione europea e la presidenza francese del Consiglio dell’Ue sono determinate ad andare avanti e per domani mattina è stata convocata una nuova riunione dei rappresentanti permanenti degli Stati per provare a portare a casa un accordo prima del vertice europeo, che aprirà i lavori nel pomeriggio.
Non è escluso che la questione arrivi sul tavolo dei capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles, nonostante la lettera inviata da Orbàn che chiedeva di non affrontare il tema a livello di vertice senza un accordo. Molto dipenderà dall’evoluzione dei colloqui nelle prossime ore. Si lavora agli aspetti tecnici, perché questa eccezione va fatta evitando che avvenga una distorsione del mercato interno”, spiega una fonte. Sanzioni a parte, il capitolo energia, il motivo per cui il Consiglio europeo era stato convocato, sarà affrontato con tutti i temi emersi dall’ultimo vertice di Versailles ad oggi che ruotano soprattutto attorno al pacchetto RePowerEu.
La parola d’ordine è accelerare: dai piani di contingenza, alle rinnovabili, agli acquisti comuni di gas e allo stoccaggio in vista del prossimo inverno, ma anche promuovere il risparmio, l’efficienza e gli investimenti nelle infrastrutture. Un’importante novità è data dall’introduzione della possibilità di introdurre un tetto al prezzo dell’energia, una battaglia portata avanti dall’Italia e che finora aveva riscosso poco successo: la Commissione europea aveva aperto al ricorso al price cap solo in caso di “un’interruzione improvvisa, su larga scala o addirittura totale, delle forniture di gas russo”.
Ora il tema verrà affrontato come misura da prendere in via temporanea e in coordinamento con gli altri partner internazionali. Il supporto all’Ucraina sarà al centro della due giorni di vertice, a cui interverrà in videoconferenza anche il presidente Volodymyr Zelensky. I leader europei ribadiranno il loro sostegno a Kiev, sia con la disponibilità a stanziare altri 9 miliardi di prestiti in assistenza macrofinanziaria, sia continuando a inviare equipaggiamento militare. Un altro elemento che si vuole portare sul tavolo dei leader è la possibilità di confiscare i beni russi congelati, partendo dall’ipotesi della Commissione di legarla ai tentativi di violazione delle sanzioni, e provando a superare gli ostacoli dei diversi ordinamenti nazionali in materia.
Nella bozza delle conclusioni si fa anche riferimento all’ipotesi di convogliarli in un fondo per la futura ricostruzione dell’Ucraina. Per la prima volta un vasto capitolo sarà dedicato al tema della sicurezza alimentare globale, su cui il conflitto sta avendo un impatto diretto. L’Ue chiederà alla Russia “di porre fine ai suoi attacchi alle infrastrutture di trasporto in Ucraina, di revocare il blocco dei porti ucraini del Mar Nero e di consentire le esportazioni di generi alimentari, in particolare da Odessa” e di accelerare, a livello di Stati, la realizzazione di “corridori della solidarietà” per portare fuori i cereali bloccati in Ucraina.
Sul tema interverrà in videoconferenza anche il presidente dell’Unione africana, incarico ricoperto dal presidente del Senegal, Macky Sall. L’ultimo tema sarà la difesa, su cui i leader chiederanno di intraprendere “con urgenza, le misure per coordinare gli appalti a brevissimo termine” per “ricostituire le scorte, in particolare alla luce del sostegno fornito all’Ucraina, nonché uno strumento a breve termine per rafforzare l’industria europea della difesa capacità attraverso appalti congiunti”.(LaPresse)