MILANO – Il mondo dello sport prende sempre più le distanze dalla Russia, dopo la drammatica aggressione militare iniziata nei giorni scorsi e tutt’ora in corso. Dal calcio, al judo, dagli sport invernali, al tennis, da giorni è un continuo prendere posizione contro la politica del presidente Vladimir Putin. Proprio l’uomo forte di Mosca, che ha sempre utilizzato lo sport come strumento di propaganda, nella giornata di oggi si è visto privare di una delle cariche di cui andava più fiero. La Federazione Internazionale di Judo lo ha infatti privato della presidenza onoraria. “Alla luce del conflitto in corso in Ucraina, la Federazione Internazionale di Judo annuncia la sospensione dello status di Vladimir Putin come Presidente Onorario e Ambasciatore della Federazione Internazionale di Judo”, si legge nella nota. Putin è da sempre un praticante ad alto livello dell’arte marziale giapponese su cui ha scritto anche un libro e che secondo alcuni ispirerebbe anche le sue mosse politiche.
Ma è soprattutto il mondo del calcio che in queste ore si sta dimostrando compatto contro la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Dopo la presa di posizione della Uefa che ha tolto la finale di Champions League a San Pietroburgo, è arrivata quella di Polonia e Svezia che hanno annunciato di non voler giocare contro la Russia nei playoff per i Mondiali in Qatar. E questa mattina anche la Repubblica Ceca, raccogliendo l’invito lanciato ieri da Pavel Nedved, ha incaricato il suo Presidente Fousek “di negoziare con Uefa e Fifa sulla decisione del Comitato Esecutivo di non giocare una possibile partita contro la Russia”. Ancora più dura la presa di posizione della Francia, pronta a chiedere alla Fifa di escludere la Russia dai Mondiali. “Non ho ancora discusso con le altre federazioni, ma sono favorevole all’esclusione della Russia dal prossimo Mondiale”, ha dichiarato il presidente della Federcalcio francese Noël Le Graët. Un altro chiaro messaggio alla Fifa, che fin qui si è limitata solo ad un comunicato di condanna dell’offensiva militare russa ma senza prendere alcun serio provvedimento.
Anche se non si è ancora esposta a livello di Federazione, in Regno Unito la questione russa è molto sentita con la politica che ha chiesto di prendere provvedimenti contro il proprietario del Chelsea Roman Abramovich. Il magnate russo si è sentito accerchiato e alla fine nella serata di ieri ha annunciato la clamorosa decisione di lasciare la guida del club. “Ho sempre preso le decisioni tenendo a cuore l’interesse del Club. Rimango fedele a questi valori. Ecco perché oggi sto affidando agli amministratori della Fondazione di beneficenza la gestione e la cura del Chelsea”, ha detto Abramovich in una nota. E questa mattina il club inglese ha preso una posizione ufficiale contro quanto sta accadendo in Ucraina. “La situazione è orribile e devastante. I pensieri del Chelsea FC sono con tutti in Ucraina. Tutti al club pregano per la pace”, si legge in una nota. Hanno fatto il giro del mondo, poi, le immagini dell’abbraccio tra Zinchenko e Mykolenko prima della partita tra Manchester City ed Everton.
Anche lo sport italiano, infine, si sta mobilitando al fianco del popolo ucraino. Il presidente della Federnuoto Paolo Barelli ha incontrato Yaroslav Melnyk, Ambasciatore d’Ucraina a Roma, e ha annuunciato che “siamo pronti ad ospitare al centro federale di Ostia i nuotatori ucraini che a causa della guerra sono impossibilitati a proseguire le attività di preparazione in vista degli impegni internazionali”. Nella Serie C di calcio, il Potenza, nella persona del presidente Salvatore Caiata, ha deciso di devolvere l’intero incasso della partita contro la Paganese, alle popolazioni ucraine colpite dalla guerra. Con il ricavato saranno acquistati beni di prima necessità (soprattutto derrate alimentari e farmaci) da consegnare alle tante persone che in questo momento stanno vivendo una situazione drammatica. Dal canto suo il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha annunciato sui social che non concederà il palazzetto dello sport al Cska Mosca per le partite di Eurolega. Infine hanno commosso Napoli le immagini di Sofiia Yaremchuk (Esercito) atleta con doppia cittadinanza italiana e ucraina, arrivata al traguardo della mezzamaratona nel capoluogo campano con la bandiera del suo Paese d’origine come segno di vicinanza nelle giornate più dure del conflitto con la Russia.
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