BRUXELLES – Sì all’embargo del carbone russo ma il petrolio può attendere. Nel giorno in cui l’Ue approva ufficialmente il quinto pacchetto di sanzioni la notizia viene oscurata da uno stop annunciato al dibattito sul petrolio. Da Kiev, invece, arriva un messaggio concreto di speranza per l’Ucraina, con un’accelerazione al processo di adesione Ue.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una visita nel paese martoriato che rimarrà negli annali di questo conflitto, ha consegnato un questionario al presidente Zelensky per avviare il percorso europeo. “Oggi siamo qui per darvi una prima risposta positiva. In questa busta, caro Volodymyr, c’è un passo importante verso l’adesione all’Ue. Questo questionario è la base per la nostra discussione nei prossimi mesi. È qui che inizia il tuo percorso verso l’Unione europea”, ha affermato.
“L’Ucraina è già strettamente allineata con la nostra Unione. Quindi accelereremo questo processo il più possibile, assicurandoci che tutte le condizioni siano rispettate”. Questionario che il presidente ucraino ha detto di voler completare in una settimana. Assieme all’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, la numero Uno dell’Esecutivo Ue si è recata sui luoghi teatro di crimini di guerra di Bucha. I due hanno promesso supporto della missione civile Ue alle indagini, oltre ad un nuovo stanziamento di 500 milioni in armi dallo European Peace Facility. A Bruxelles, invece, sul fronte delle sanzioni, ha ottenuto luce verde il quinto pacchetto mentre si allontana il dibattito sul petrolio.
Spesso le istituzioni europee si lamentano con la stampa che chiede sempre nuove misure, non appena viene approvato un pacchetto. Ma questa volta era stata la stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ad annunciare che l’Esecutivo Ue stava già lavorando al petrolio e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, aveva annunciato che al Consiglio Esteri di lunedì si sarebbe affrontato il tema. E invece lo stop al petrolio non sarà in agenda. “Questo richiede l’unanimità tra gli Stati membri e sappiamo tutti quanto dipendiamo dalle risorse provenienti dalla Russia. Quindi è una questione tecnica e politicamente complicata”, ha detto un’alta funzionaria Ue.
A frenare potrebbe essere stata la Germania, la stessa che ha ottenuto un allungamento della rescissione dei contratti di import del carbone. Servirà un periodo di quattro mesi per poter dire addio al combustibile fossile, ovvero solo ad agosto Mosca inizierà meno introiti per il carbone, che vale in entrate il Cremlino 8 miliardi di euro all’anno. Nel pacchetto c’è anche il divieto totale di transazione e blocco degli asset su quattro banche russe, Bank Otkritie, Novikombank, Sovcombank e la Vtb, la seconda più grande del paese, che probabilmente dovrà vendere le proprie filiali in Europa.
I quattro istituti rappresentano il 23% della quota di mercato nel settore bancario russo. Ulteriori divieti di importazione – per un valore di 5,5 miliardi di euro – riguardano cemento, prodotti in gomma, legno, alcolici, frutti di mare di fascia alta, compreso il caviale. Tra questi solo la vodka rappresenta il 98% degli alcolici nelle barche russe e circa 50 milioni di euro in commercio. C’è poi lo stop ai prodotti tecnologici e il divieto di approdo per le navi russe nei porti europei e del transito dei tir russi e bielorussi sulle strade Ue. Con le dovute eccezioni per i beni di prima necessità.
Vengono poi colpite altre 217 persone fisiche, tra cui le due figlie di Putin, Katerina Tikhonova e Mariya Vorontsova, alti funzionari del Cremlino, oligarchi – Moshe Kantor, Boris Rotenberg e Oleg Deripaska – 18 entità, portando il totale degli individui sanzionati da poco prima dell’inizio del conflitto a 898 e delle entità a 32. Secondo Bruxelles le sanzioni stanno funzionando, “per le prime quattro settimane che le importazioni dalla Russia sono diminuite del 9% in termini di valore e di oltre il 20% in termini di volume”, ha detto un funzionario Ue.
Il tempo delle sanzioni è sempre troppo lungo per chi vive con il terrore dei bombardamenti, hanno fatto notare da Kiev, ma la democrazia ha i suoi tempi e le sue regole, moltiplicati per 27. E Bruxelles si trova ad affrontare una seconda, inedita emergenza, che sta mettendo di nuovo alla prova il progetto europeo. Intanto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha convocato un vertice straordinario il 30 e 31 maggio: sul tavolo l’energia, la difesa e la crisi ucraina.(LaPresse)