MILANO – La situazione intorno alle centrale nucleare di Zaporizhzhia “resta estremamente preoccupante”. Le parole dell’Alto rappresentante Ue della politica estera, Josep Borrell, sono giunte qualche ora dopo che Kiev aveva comunicato il ricollegamento dell’impianto alla rete elettrica ucraina. Una disconnessione causata giovedì da bombardamenti per i quali Mosca e Kiev si accusano reciprocamente e che aveva destato allarme, tanto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che “la Russia ha messo l’Ucraina e tutti gli europei in una situazione a un passo da un disastro radioattivo”.
L’accaduto ha fatto crescere i timori che i combattimenti intorno allo stabilimento possano scatenare un disastro nucleare nel Paese in cui è ancora viva la memoria dell’esplosione di Chernobyl del 1986. Nella città di Zaporizhzhia controllata dagli ucraini, a 45 chilometri circa alla centrale che è invece sotto controllo russo, le autorità hanno iniziato a distribuire compresse di iodio da usare in caso di fuoriuscita di radiazioni, pastiglie che aiutano a bloccare l’assorbimento di iodio radioattivo da parte della tiroide in caso di incidente nucleare. Il tutto mentre l’Aiea, cioè l’Agenzia per l’energia atomica delle Nazioni unite, lavora da tempo all’invio di una squadra per ispezionare e aiutare a proteggere l’impianto.
I preparativi dell’ispezione Aiea sono in corso, non è stato precisato quando dovrebbe tenersi ma Lana Zerkal, consigliera del ministro dell’Energia ucraino, ha parlato della “prossima settimana”. Ha spiegato che “si stanno decidendo tutte le rotte logistiche per consentire alla delegazione di raggiungere la centrale” e ha accusato la Russia di aver tentato di sabotare la visita dell’Aiea. Dal canto suo il direttore dell’agenzia, Rafael Grossi, confermando che la pianificazione della rotta “non è facile date le circostanze” ha aggiunto che si valuta l’ipotesi di una presenza permanente a Zaporizhzhia.
Cosa sia successo esattamente giovedì non è chiaro, ma Zelensky ha riferito che è stato necessario attivare i generatori diesel di emergenza dell’impianto per fornire elettricità e far funzionare il complesso. Lo stabilimento ha bisogno di energia per far funzionare i sistemi di raffreddamento dei reattori, che sono vitali. Una calo nel raffreddamento potrebbe portare a una fusione nucleare. Oggi Ukrenergo, l’operatore del sistema di trasmissione ucraino, ha riferito che due linee principali danneggiate che forniscono elettricità all’impianto hanno ripreso a funzionare, garantendo un’alimentazione stabile. E l’agenzia per l’energia nucleare del Paese, Energoatom, ha affermato che l’impianto è stato ricollegato alla rete e sta producendo elettricità “per il fabbisogno dell’Ucraina”; smentendo la versione dei filorussi secondo cui l’elettricità non viene fornita alle zone controllate da Kiev ma solo a quelle occupate dai russi.
Rimane intanto il rimpallo delle accuse: l’Ucraina sostiene che Mosca stia usando l’impianto come scudo, immagazzinando armi lì e lanciando attacchi intorno alla centrale; e i russi accusano l’Ucraina di aver sparato incautamente sull’impianto. Secondo le autorità filorusse di Energodar, “le forze armate ucraine hanno nuovamente aperto il fuoco dell’artiglieria sul territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia” e “sono stati registrati quattro colpi nell’area dello stoccaggio di isotopi radioattivi”.
(LaPresse)