L’Ucraina chiede maggiori armamenti all’Occidente. Il premier ucraino Denys Shmyhal, in un’intervista all’emittente francese Lci, ha lanciato un appello a fornire batterie di missili Patriot per difendere le reti energetiche dagli attacchi russi. E nello stesso giorno il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, collegandosi alla riunione virtuale dei leader del G7 ha chiesto espressamente l’invio di carri armati moderni e armi a lungo raggio. “Più saremo efficaci con queste armi, più breve sarà l’aggressione russa”, ha detto Zelensky, il cui intervento è giunto alcune ore dopo una telefonata con il presidente Usa Joe Biden, definita dal presidente ucraino “fruttuosa”.
Zelensky ha proposto un summit globale sulla pace “per stabilire come e quando attuare i punti della Formula di pace ucraina” presentata al G20 in Indonesia e ha poi chiesto alla Russia “di fare un passo concreto e significativo verso una soluzione diplomatica” avviando il ritiro dall’Ucraina a Natale. Nel giorno in cui da Mosca è giunto il rifiuto alla proposta di ospitare negoziati in Vaticano: “Temo che io insieme ai fratelli ceceni e buriati non lo apprezzeremmo”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo alludendo alle parole di Papa Francesco, che in un’intervista a ‘The Jesuit Review’ aveva definito i soldati ceceni e buriati “i più crudeli”.
Alla vigilia della Conferenza di Parigi ‘Standing with the Ukrainian People’ voluta da Emmanuel Macron, alla quale per l’Italia parteciperà il ministro degli Esteri Antonio Tajani su delega della premier Giorgia Meloni, il G7 ha annunciato l’istituzione di una “piattaforma multi-agenzie di coordinamento dei donatori”. Il G7 – composto da Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Usa, Canada e Giappone – spiega che “attraverso questa piattaforma” verranno coordinati “i meccanismi esistenti per fornire un sostegno continuo a breve e a lungo termine” e “coordineremo ulteriori finanziamenti e competenze internazionali e incoraggeremo l’agenda di riforme dell’Ucraina come pure la crescita guidata dal settore privato”.
“Oggi riaffermiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà all’Ucraina davanti alla guerra di aggressione russa in corso finché sarà necessario”, è la dichiarazione dei leader del G7, che assicurano che aiuteranno Kiev “a soddisfare le sue esigenze di preparazione all’inverno” e che la Russia dovrà “pagare per il ripristino delle infrastrutture cruciali danneggiate o distrutte”. Per il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, l’ipotesi di un blackout completo in Ucraina è “realistica”.
Intanto, l’Unione europea ha raggiunto un accordo politico per aumentare di 2 miliardi gli aiuti militari all’Ucraina, nello specifico il massimale finanziario complessivo nel 2023, con la possibilità di un ulteriore aumento in una fase successiva. Ma è ancora lontano, invece, un accordo sul nono pacchetto di sanzioni contro la Russia. A certificarlo l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell: l’accordo “non è stato raggiunto da tutti i ministri, ma spero che questa settimana sarà raggiunto e che potremo approvare questo nuovo duro pacchetto al massimo questa settimana”.(LaPresse)