Lignano Sabbiadoro (Udine), 25 mag. (LaPresse) –
A Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, stipendi ‘in nero’ per 1.079.000 euro, corrisposti a circa 300 lavoratori. Contestate inoltre ritenute fiscali non operate e non versate per euro 248mila. Nel mirino delle fiamme gialle è finita un’impresa che fornisce servizi di pulizie presso le numerose strutture ricettive turistiche, sia della località balneare friulana che di altre zone d’Italia. Le contestazioni formulate al termine della verifica riguardano oltre 3.700.000 euro di maggiori ricavi, vva evasa per 1.400.000 euro e Irap, imposta regionale sulle attività produttive, per 135mila euro.
Sulla gestione del personale dipendente ha preso avvio e si è incentrata l’indagine fiscale a seguito dell’emergenza di una situazione a prima vista incongrua: tutti i dipendenti regolarmente assunti avevano un contratto per sole 2 ore lavorative alla settimana e ricevevano, ufficialmente, una busta paga di poco più di 200 euro. In realtà i lavoratori venivano avviati o accompagnati già alle prime luci dell’alba presso i vari hotel, appartamenti, case vacanza per eseguire le pulizie o il cambio delle telerie letto, arrivando a raggiungere anche le 10 ore giornaliere di lavoro.
La ricostruzione certosina dei dati acquisiti alla verifica ha permesso di accertare l’irregolare impiego di: 272 lavoratori occupati al minimo sindacale ma con compensi fuori busta di gran lunga superiori a quelli certificati; 19 dipendenti impiegati attraverso un fittizio distacco di manodopera attuato da un’altra azienda consociata a quella verificata; 3 lavoratori totalmente in nero.
Il pagamento di stipendi ‘in nero’ è poi risultato sintomatico di una gestione altrettanto ‘in nero’ dal lato dei ricavi, e l’entità dell’evasione delle imposte complessivamente dovute è stato calcolato proprio tenendo conto del flusso finanziario utilizzato per pagare i dipendenti, la cui provenienza è risultata riconducibile a ricavi non dichiarati.
L’azione ha quindi permesso di accertare anche l’evasione dei contributi previdenziali ed assistenziali per 444mila euro. L’illecito risparmio sulle imposte e sui contributi per i dipendenti permetteva all’impresa di essere sempre molto competitiva sui prezzi offerti agli operatori del settore e di acquisire quindi sempre maggiori commesse.