Ue, Amendola: “Non basta l’asse franco-tedesco nella politica estera”

L'intervento del sottosegretario agli Affari Europei

Enzo Amendola (Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse)

MILANO – “L’asse franco-tedesco è sempre stato il motore delle soluzioni nuove in Europa: lo dimostra la scommessa del Recovery Pian. Ma quando l’Europa deve uscire dai suoi confini, l’asse franco-tedesco non basta più. L’Unione europea e il mondo sono più complessi di un tempo, e gli interessi di Parigi e Berlino devono combinarsi con quelli degli altri. È il caso dell’accordo sulle migrazioni”. Lo dice in una intervista a La Stampa Enzo Amendola, sottosegretario agli Affari Europei.

“I vertici internazionali sono momenti di confronto complessi, si parla sempre più spesso di relazioni esterne dell’Unione. Ieri il tema era l’ipotesi di un vertice con Putin”.

Sul tema delle migrazioni, “all’Europa mancava una strategia comune sulle migrazioni. Come ha spiegato bene sul vostro giornale l’alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi, occorrono soluzioni che vadano alla radice del problema. L’accordo a cui abbiamo lavorato per due mesi segna un cambio di passo e spinge l’Unione ad accordi con i Paesi di origine e transito dei flussi”.

In merito a un possibile intervento Onu in Libia, Amendola ha spiegato che “significa collaborare con l’Onu per chiudere i campi di prigionia, sostenere i rimpatri assistiti e i corridoi umanitari che evitino di perdere vite in mare. Questo accordo faciliterà anche il negoziato sul superamento del regolamento di Dublino. Può sembrare scontato, ma occuparsi della ‘dimensione esterna’ del problema migrazioni è la cosa più complicata”.

(LaPresse)

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