ROMA – “L’Italia sempre più sulla strada per uscire dall’euro”. Questa è la percezione che si ha a livello internazionale, leggendo i contributi della stampa finanziaria o valutando le analisi delle agenzie di rating e dei grandi investitori. Diversi indizi concorrono a farci capire tutto ciò. Il primo sono le dichiarazioni continue da parte degli esponenti della Lega, da Paolo Savona ad Alberto Bagnai, dallo stesso Matteo Salvini a Claudio Borghi, tutte improntate all’euroscetticismo e alle critiche dei presunti danni dovuti all’ingresso dell’Italia nella moneta unica. L’escalation è poi proseguita con lo scontro senza precedenti del Governo giallo-verde con la Commissione Europea sulle regole europee che presiedono la finanza pubblica degli Stati membri, regole tuttora vigenti, con il presidente del Consiglio Conte che ha dichiarato di voler bloccare l’Ue nel caso all’Italia non venga concessa nuova flessibilità. Bell’esempio di europeismo”.
La polemica
“Atteggiamento infantile di chi buca il pallone dopo aver subito un goal. Poi la provocazione dei minibot nella versione dell’onorevole Borghi, che dall’estero è stata vista (giustamente) come una vera e propria volontà di creare una valuta parallela da sostituire progressivamente all’euro. Vicenda che ha costretto ad intervenire persino il governatore della BCE Mario Draghi. E ancora, tutta la questione della governance della Banca d’Italia, proposta di legge di maggioranza in discussione al Senato in attesa del parere della stessa Bce. Testo tutto da discutere ma probabilmente inopportuno in questa fase in cui sono sempre più numerosi i timori che Via Nazionale, maggiormente sottoposta al potere Esecutivo giallo-verde, possa perdere indipendenza e autorevolezza. E molto altro ancora, come la probabile chiusura dell’Ilva di Taranto”. Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.
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Ue, Brunetta: “Il Governo è sulla strada per uscire dall’euro”
"L'Italia sempre più sulla strada per uscire dall'euro”. Questa è la percezione che si ha a livello internazionale, leggendo i contributi della stampa finanziaria o valutando le analisi delle agenzie di rating e dei grandi investitori. Diversi indizi concorrono a farci capire tutto ciò.