ROMA – “Dobbiamo comprendere che abbiamo 27 Paesi con dei mix energetici completamente diversi”; ed è per questo che “la tassonomia Ue deve essere flessibile e inclusiva. Non ci può essere una singola soluzione valida per l’intero panorama europeo”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in un’intervista a Bloomberg tv.
Quanto al nucleare Cingolani, rispetto alla situazione in Italia, fa presente che non si può fare: “Abbiamo una legge”, e “due referendum. Questo è fuori discussione. Onestamente, come ministro tecnico, io non sosterrei oggi nel 2022 la costruzione di nuove centrali nucleari di seconda o terza generazione. D’altro canto, sono sicuro che in futuro sarà una valida soluzione lo sviluppo di piccoli reattori modulari di quarta generazione”.
“Potremmo essere danneggiati nel caso di una crisi globale dei fornitori di gas – osserva Cingolani parlando anche di scenari internazionali e della tensione ai confini in Ucraina – stiamo monitorando la situazione geopolitica, ma è una cosa in rapido movimento, minuto dopo minuto, è difficile dire cosa accadrà. Abbiamo piani di emergenza naturalmente, ma speriamo che non siano necessari”.
Su base europea – prosegue Cingolani – è necessario “discutere di acquisti comuni e di altre misure per mitigare il costo globale del gas”.
Inoltre servirebbe fare un’analisi del modo in cui sono stati formati finora i prezzi dell’elettricità, pensando a sganciarli dal gas.
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