BRUXELLES (AWE/AFP) – Un alto funzionario dell’Ue ha dichiarato che il timore di ritorsioni da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe smorzato le ambizioni della Germania. Sull’imposizione di una ‘digital tax’, con Parigi e Berlino che ora propongono una versione edulcorata.
‘Digital tax’, la proposta
Francia e Germania hanno presentato un nuovo piano. Che prevede una imposta di appena il 3% sulle vendite di spazi pubblicitari online per giganti della tecnologia come Google e Facebook. “Finora non c’è stato un chiaro impegno da parte dei tedeschi”. Lo ha dichiarato il commissario per gli Affari economici dell’Ue, Pierre Moscovici dopo i colloqui a Bruxelles.
Parigi ritiene che una tassa digitale sui colossi della Silicon Valley aiuterebbe a portare voti ai partiti tradizionali in vista delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo maggio. In cui ci si aspetta che i populisti anti-Ue facciano bene. Ma Moscovici ha spiegato ai giornalisti che “c’è un elefante nella stanza. La paura delle rappresaglie commerciali da parte dell’amministrazione Trump, che potrebbe considerare una tassa come misura protezionistica per tutelare i giganti high tech statunitensi”.
La Germania teme la politica doganale di Trump
La Germania in particolare teme gli aumenti delle tariffe doganali sulle esportazioni di veicoli verso gli Stati Uniti e diplomatici sono attesi a Washington oggi per cercare di placare Trump e raffreddare la guerra commerciale. La tassa avrebbe dovuto inizialmente colpire e un’ampia fetta dell’economia digitale, potenzialmente società come Amazon, AirBnB e Trip Advisor. Nella proposta annacquata, l’ambito della tassa sarebbe limitato agli annunci su Google e Facebook, che dominano comunque il mercato della pubblicità online in Europa e nel mondo.