Ue, il rapporto: Italia tra più colpiti da prodotti contraffatti

L'Italia è tra i primi paesi dell'Ue colpiti dal commercio di pericolose contraffazioni.

BRUXELLES – L’Italia è tra i primi paesi dell’Ue colpiti dal commercio di pericolose contraffazioni. A rivelarlo è la nuova relazione pubblicata oggi dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). Nel periodo 2017-19 i paesi europei più presi di mira dalla contraffazione di prodotti contraffatti pericolosi erano Germania (21%), Belgio (9%), Italia (6%) e Danimarca (3%).

Il rapporto evidenzia che le contraffazioni non solo causano danni economici e perdite di posti di lavoro, ma implicano anche gravi rischi per i consumatori. Tra questi ultimi figurano rischi per la salute (ad esempio, prodotti farmaceutici o alimentari contraffatti), rischi per la sicurezza (ad esempio, pezzi di ricambio o batterie per automobili contraffatti) e rischi ambientali (ad esempio, prodotti chimici o pesticidi contraffatti). La nuova relazione congiunta, “Falsi pericolosi. Il commercio di merci contraffatte che comportano rischi per la salute, la sicurezza e l’ambiente”, analizza i dati dei sequestri effettuati dalle autorità doganali e altri dati relativi all’applicazione delle norme ed esamina in che modo le contraffazioni pericolose possono finire nelle mani dei consumatori. I fornitori legittimi – scrive l’Euipo in una nota – devono rispettare norme rigorose per garantire che i loro prodotti non arrechino danno ai consumatori. I contraffattori non osservano nessuna di queste normative e, di conseguenza, i prodotti falsi possono comportare gravi rischi per la salute, la sicurezza e l’ambiente. I prodotti contraffatti più comuni segnalati per la presenza di tali rischi sono profumi, cosmetici, abbigliamento, giocattoli, pezzi di ricambio per automobili e prodotti farmaceutici. Le vendite online rappresentano il 60% dei sequestri di prodotti pericolosi destinati all’Ue, il 75% dei falsi pericolosi sequestrati provengono dalla Cina e Hong Kong.

LaPresse

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