Conti pubblici, l’Ue stoppa procedura infrazione, ma allerta alta su 2020

Foto LaPresse - Daniele Leone Nella foto: il ministro Tria, il premier Conte

ROMA – Niente procedura di infrazione per debito eccessivo, il collegio dei commissari europei ha deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di andare avanti con l’iter. La squadra Conte-Tria ha dunque portato a casa il risultato, perché a convincere l’Europa è stato l’impegno messo nero su bianco con l’assestamento di bilancio e il decreto che congela 1,5 miliardi di fondi destinati a reddito di cittadinanza e quota 100, 7,6 miliardi complessivi che vanno ad aggiungersi ai 2 congelati nel bilancio 2019, ma anche l’attività diplomatica messa in campo da premier e ministro dell’Economia dallo scorso autunno, con una disponibilità al dialogo e al confronto costruttivo con Bruxelles che ha rasserenato i partner europei.

Cambio di rotta

Il cambio di rotta, viene fatto notare dai corridoi di una commissione che tutto sommato tira un sospiro di sollievo all’idea di non andar via con l’etichetta di esser chi per la prima volta ha sottoposto un paese alla procedura per debito eccessivo, con tutto quello che ne deriva, si è visto lo scorso novembre, durante le trattative sulla legge di bilancio 2019. E’ allora che il presidente del Consiglio ha avocato a sé il dossier dei conti pubblici impegnandosi a condurre in primo piano le trattative con l’Europa e assumendo uno stile sobrio condiviso con il ministro Tria che potesse fare da argine alle dicharazioni spesso aggressive dei due vicepremier. Ed è per questo che, oltre al miglioramento dei conti certificato dall’assestamento, fondamentali per la decisione dei commissari sono stati il decreto che congela altri 1,5 miliardi e la lettera con cui Conte e Tria si sono impegnati a un miglioramento strutturale dei conti per il 2020. “Il dialogo ha dato i suoi frutti”, ammette il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, che definisce “serie” le misure adottate e chiosa con una stoccatina: “Lo psicodramma non è utile, conviene essere fin dall’inizio conformi al patto di stabilità risparmiando energie”, così come non è utile “un linguaggio che si preferirebbe evitare tra amici”. Ma se il premier che assicura di non vedere l’ora di avere un continuo e costruttivo dialogo con la commissione sulla manovra, il commissario Ue lo accoglie con entusiasmo: “Può stare tranquillo, la mia porta rimane aperta”.

Le richieste

Per ora, le tre richieste di Bruxelles – compensare il più possibile il deficit di bilancio per il 2018,; correggere lo scarto dello 0,3% e dare assicurazioni sul prossimo anno – sono state esaudite. “L’Italia – ha spiegato il commissario agli Affari economici – compie lo stesso sforzo previsto a dicembre, ma senza crescita. Pensiamo che sarebbe controproducente dal punto di vista economico e del debito pubblico chiedere alle autorità italiane di fare di più quest’anno”.

Italia sotto osservazione

Certo, il percorso non è concluso, come avverte Moscovici. Il pacchetto italiano è “sufficientemente concreto” ma la Commissione manterrà sotto sorveglianza l’efficace attuazione di questo pacchetto. Ovvero valuterà l’andamento della situazione nel 2019 e la conformità del progetto di bilancio del 2020 con il Patto di stabilità e crescita. “E’ responsabilità del governo italiano far sì che li impegni presi oggi siano rispettati” il prossimo anno, spiega aggiungendo che sarà uno degli ultimi atti della Commissione. La palla, in sostanza, passa a chi verrà dopo Juncker, Dombrovskis – assente in conferenza stampa per motivi personali – e lo stesso Moscovici.

Per i gialloverdi c’è da tirare un sospiro di sollievo enorme, a conclusione di un periodo europeo concitatissimo tra conti e nomine. “L’Italia porta a casa il risultato che merita – festeggia il premier – l’Europa ci riconosce serietà e responsabilità”. Non era facile, ammette, ma “abbiamo difeso anche questa volta gli interessi dei cittadini e delle imprese italiane, senza arretrare rispetto alle misure qualificanti della nostra Manovra, tutelando welfare e diritti sociali” e “anche la prossima Legge di Bilancio, sulla quale siamo già al lavoro, proseguirà in questa direzione”. Sulla stessa scia Tria che parla di Italia premiata due volte, dall’accordo con l’Ue e dalla reazione estremamente positiva dei mercati, con lo spread che chiude sotto i 200 punti. “A rendere possibile questo risultato non è stato un miracolo ma la conduzione di una prudente politica della finanza pubblica”, rivendica. Il leader M5s Luigi Di Maio si congratula per il lavoro svolto ai tavoli europei, riuscendo a evitare una procedura di infrazione che “l’Italia non meritava” e “sarebbe potuta ricadere sul Paese, per colpa del Pd”. Chi non si ferma è Salvini che promette di proporre al governo “di accelerare sulla manovra per l’anno prossimo”, a partire dalla flat tax.

(LaPresse – Awe)

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