ROMA – “Ursula von der Leyen è una figura che mi piace molto. Ho avuto un interessante colloquio con la candidata alla Commissione Ue“, poche e chiare parole quelle del Premier Giuseppe Conte ieri a Bruxelles. Un attestato di stima in bianco quelle del presidente del Consiglio italiano che, se confrontate con le posizioni del Movimento 5 Stelle degli ultimi anni possono sembrare una boutade. Fedelissima di Angela Merkel, innamorata dell’austerity e donna intransigente: l’esatto contrario della propaganda che ha portato i pentastellati a prendere il 32% solo un anno fa. Rimasti folgorati sulla via di Bruxelles, i grillini oggi quasi esultano per una scelta che solitamente li avrebbe visti sui tetti delle istituzioni a protestare.
La retromarcia europea del Movimento
Francia e Germania si sono divise le maggiori cariche Ue. Ma non solo. La scelta di Ursula von der Leyen è una vittoria politica, l’ennesima, della cancelliera tedesca Angela Merkel. Amante dell’austerità, intransigente vera, era annoverata tra i più accaniti falchi durante la crisi greca. Più d’una volta, infatti, la von der Leyen nei mesi di massima attenzione tra Grecia ed Europa aveva affermato, come riportano il Financial Times e il The Guardian, che gli ellenici avrebbero dovuto mettere le riserve auree e gli asset industriali a garanzia degli aiuti ottenuti dall’Unione. Riuscì addirittura a far irritare Wolfgang Schauble, compagno ‘falco’ della Cdu. “Con noi in Europa nessun popolo verrà messo in ginocchio come accaduto con la Grecia“, ripetevano come un mantra Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico negli anni dell’opposizione oggi piegati alla volontà di frau Merkel.
Salvini non protesta
Non basterà un voto contrario in Parlamento europeo a 5 Stelle e Lega per smarcarsi da una scelta simile. L’Italia non ha fatto pressioni, Conte si è subito schierato con la cancelliera tedesca e Emmanuel Macron. La posizione del premier è chiara. E se per il Movimento la von der Leyen segna una retromarcia clamorosa, per Matteo Salvini il discorso non è diverso. Anche il ministro dell’Interno è un ‘nemico giurato della Merkel e del primo ministro francese. Le burocrazie europee, a detta del leader del Carroccio, sono il primo nemico dell’Italia. Ma dal “prima gli italiani” al “viva l’austerità” il passo è breve.
Praticamente abbiamo un governo che fa gli interessi nazionali degli ungheresi.