ROMA (loredana lerose) – La rottamazione avviata da Matteo Renzi, prima che si lasciasse coinvolgere nel balletto delle poltrone per mantenere in carica il governo degli inciuci, fondato sul patto del Nazareno, viene portata a compimento, in meno di 48 ore, dal leader della Lega Matteo Salvini e da quello del M5S Luigi Di Maio. La partita giocata sulla presidenza delle due Camere ha chiuso un cerchio, o forse ha solo aperto una nuova stagione politica. Molti volti noti, vecchi volponi e politici di professione, di centrosinistra o candidati con il Pd, sono stati cacciati dalla scena politica dai cittadini il 4 marzo scorso. Gli altri, i sopravvissuti, sono stati messi all’angolo, dal duo Salvini-Di Maio. A loro gli italiani hanno affidato il compito del Ko. Con lo scatto in avanti di ieri, il leghista ha violato l’accordo interno al centrodestra sulla presidenza del Senato lanciando il nome della forzista Anna Maria Bernini e bruciando di fatto il nome di Paolo Romani blindato da Silvio Berlusconi. Dopo ore di trattative per ricucire lo strappo interno al centrodestra, il nome proposto per il Senato, sempre in quota Fi, è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati. E’ passata la linea di Salvini che con una sola mossa ha accontentato le richieste del M5S, contrario a Romani, e si è imposto sul cavaliere strappandogli, per ora e forse definitivamente, la leadership del centrodestra. Il lanciafiamme annunciato da Renzi ha iniziato a utilizzarlo Salvini. Anche il M5S ha apparentemente dovuto rinunciare a qualcosa, ossia ad assegnare la presidenza a Riccardo Fraccaro in favore di Roberto Fico. Ma il gioco è stato un altro: che il centrodestra ponesse un veto sul primo nome fatto dai grillini era prevedibile, Fraccaro sacrificato, ma solo apparentemente vista la promessa di un ministero, in favore di quella che è sempre stata, non senza malumori interni, la scelta di Fico presidente. A pochi minuti dal gong del primo round già si pensa a come muoversi per l’incontro decisivo, quello per la formazione del Governo con l’arbitro d’eccezione che sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.