NAPOLI – Un incendio e due bombe ai danni di due attività commerciali distanti appena una manciata di civici. Poste una di fronte all’altra, in un fazzoletto di via Diocleziano di ‘proprietà’ della famiglia camorristica dei Giannelli. Un dominio del quale, ormai, forse bisogna parlare al passato. Di sicuro c’è chi ha deciso di interromperlo per rilevarne lo scettro.
Un ordigno è esploso ieri notte contro la serranda del centro Tim al civico 416 di via Diocleziano. L’esplosione ha danneggiato, ma non distrutto, il locale. Erano circa le 2,15 quando gli abitanti hanno allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti in massa gli agenti del vicino commissariato San Paolo. Eseguiti i rilievi del caso, è stato il tempo della conta dei danni: il proprietario dovrà sostituire saracinesca e insegne. Pochi dubbi sullo sfondo criminale dei fatti. L’attività è infatti gestita da Salvatore Giannelli, 48enne noto alle forze dell’ordine e fratello del boss Alessandro, attualmente detenuto. Da inizio è il terzo attacco al cuore della cosca di Cavalleggeri. Il primo raid risale alla notte del 2 ottobre, quando un principio di incendio ha danneggiato il Lussy Caffè, attività di proprietà del figlio di Alessandro Giannelli. Tredici notti più tardi, il 15 ottobre, una settimana prima dell’ordigno contro il centro di telefonia, una bomba ha devastato lo stesso bar. Se è vero che due indizi fanno una prova, allora potremmo dire che tre indizi fanno una conferma: tra Fuorigrotta e Bagnoli è in atto una nuova guerra di camorra. Da una parte i Giannelli, che per ora sembrano essere in difficoltà, dall’altra gli Esposito di via di Niso, la cosca che fa capo a Massimiliano Esposito, detto ’o scognato, e – secondo la Dia – in cui avrebbe un ruolo di peso anche la moglie Maria Matilde Nappi. Le ultime informative della polizia parlano, inoltre, di un gruppo di giovanissimi che si starebbe compattando attorno alla figura di Massimiliano Giuseppe Junior Esposito, figlio di ’o scognato e della Nappi, meglio noto negli ambienti criminali con la sigla ‘6.5’. Ma anche gli Esposito hanno subito un duro affronto. Giovedì notte i carabinieri di Bagnoli e del nucleo operativo della compagnia locale sono intervenuti all’angolo tra via Enea e via di Niso per colpi d’arma da fuoco.
Sull’asfalto gli investigatori hanno trovato e sequestrato 5 bossoli 9×21. Ma, soprattutto, gli investigatori dell’Arma hanno appurato che nell’abitazione presa a pallottole vive la figlia di Massimiliano Esposito insieme al suo compagno. Un botta e risposta tra clan? E’ quello che ipotizzano gli investigatori. E’ quello che terrorizza gli abitanti di Cavalleggeri e Bagnoli. Una fotografia fedele dello scenario malavitoso della zona la fornisce la Dia nell’ultima relazione semestrale: “La ricostruzione delle principali presenze e dinamiche associative registrate nell’area conferma l’interesse del clan Licciardi verso i quartieri di Bagnoli-Cavalleggeri d’Aosta – si legge nel report – dove il clan D’Ausilio risulta indebolito dallo stato detentivo in cui si trovano i suoi esponenti apicali. Ciò avrebbe consentito il consolidamento del gruppo Esposito alla cui direzione collabora la moglie del capoclan agli arresti domiciliari. Il sodalizio con il supporto dei Licciardi starebbe attuando una strategia espansionistica anche verso il quartiere di Fuorigrotta, causando scontri che direttamente e indirettamente si riverberano anche nel limitrofo Rione Traiano”.
Dai cellulari alla canzone neomelodica
Non solo smartphone. E non solo offerte della Tim. Salvatore Giannelli è tanto altro. Oltre a gestire il negozio di telefonia in via Diocleziano, e oltre a essere fratello del boss Alessandro Giannelli e zio del proprietario del Lussy Caffè, il 48enne è un profilo affermato nel panorama musicale napoletano. “Sasà il re”, come lui stesso si definisce (durante la pandemia indossava una mascherina con su scritto il soprannome), è uno tra i produttori musicali più celebri di Napoli. Nella sua scuderia figurano artisti del calibro di Francesco Merola e Gino Da Vinci, figli di due colossi della musica napoletana, Mario Merola e Mario Da Vinci. E poi ancora Raffaello (al secolo Raffaele Migliaccio, che in passato ha avuto qualche guaio con la legge), Danilo e Lonia Giannelli, nome d’arte di Apollonia Giannelli, sua parente. La S.G. Management & Production di Giannelli Salvatore è un’istituzione della musica e dello spettacolo, a Napoli e in Campania. Il 48enne è dunque molto famoso e non soltanto a Cavalleggeri, dove gode della stima di decine di suoi colleghi esercenti. E’ finito anche il suo centro Tim nel ciclone della guerra di camorra tra cosche. Nella notte tra venerdì e ieri ignoti hanno piazzato un ordigno artigianale all’ingresso del negozio. Il boato è stato terrificante. Ad agire due uomini incappucciati. Il raid è stato ripreso dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del negozio. I filmati sono al vaglio degli agenti della polizia del commissariato San Paolo.
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