Una Corte del Cairo ha condannato a morte 75 islamisti

A processo c'è anche il fotoreporter Shawkan

LP / AFP PHOTO / KHALED DESOUKI

IL CAIRO (EGITTO) (LaPresse/AFP) – Una Corte del Cairo ha condannato a morte 75 islamisti, fra cui alcuni dirigenti dei Fratelli musulmani. Si tratta del numero più alto di condanne a morte in un singolo processo. La legge egiziana richiede che il gran muftì venga consultato per i casi di condanne capitali, ma la sua opinione non è legalmente vincolante. Dopo il parere del muftì i condannati avranno diritto di appello. I 75 riconosciuti colpevoli sono fra i 713 imputati per gli scontri del 2013. Seguiti alla destituzione dell’allora presidente Mohamed Morsi con un colpo di Stato militare. Alla sbarra anche i membri della Fratellanza Mohamed el-Baltagui, Issam al-Aryan e Safwat Hijazi, mentre altri 31 vengono giudicati in contumacia. Per i 75 l’accusa è di “raggruppamenti che hanno turbato l’ordine pubblico”. Nonché di avere messo in pericolo la vita di persone, opposto resistenza alle forze di polizia e “omicidio premeditato” e vandalismo.

A processo c’è anche il fotoreporter Mahmud Abu Zeid, noto come Shawkan, che a maggio ha ricevuto il Premio dell’Unesco per la libertà di stampa

Era stato arrestato il giorno della sanguinosa repressione avvenuta a piazza Rabaa al-Adawiya, mentre copriva gli eventi per lavoro. Da allora diverse ong sono impegnate per la sua liberazione. Il 14 agosto del 2013, uno dei giorni più sanguinosi della storia moderna dell’Egitto, circa un mese dopo il golpe del 3 luglio con cui l’esercito aveva destituito Morsi, poliziotti e soldati avevano ucciso oltre 700 manifestanti pro Morsi che si erano raccolti per dei sit-in a piazza Rabaa al-Adawiya e a piazza Nahda, nel centro del Cairo. Altre centinaia di persone furono uccise in scontri di strada con la polizia nei mesi successivi e migliaia di persone furono arrestate. Il generale Abdel Fattah al-Sissi, che all’epoca dei fatti era a capo dell’esercito e che guidò dunque il golpe contro Morsi, è stato successivamente eletto presidente a maggio del 2014, eliminando ogni opposizione dalla scena politica.

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