Una donna al vertice del clan Mazzarella. La rivelazione di un collaboratore di giustizia

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Antonella Virenti e Ciro Mazzarella

NAPOLI – Una donna a capo di uno dei clan più potenti d’Italia. Non sarebbe un unicum a Napoli, dove la storia della camorra insegna che il ‘rosa’, negli ambienti della mala, va tanto di moda. L’ultimo blitz delle forze dell’ordine, che ha interessato un’organizzazione malavitosa, ha colpito il clan Mazzarella, compagine criminale egemone in diversi quartieri della città e in numerosi luoghi della provincia, soprattutto quella orientale, come Marigliano, Castello di Cisterna e Pomigliano d’Arco. Estorsione a un commerciante, ordini dal vertice del clan ai domiciliari, pizzo da 100mila euro a sala scommesse e sei arresti: questa la sintesi dell’inchiesta portata avanti in maniera brillante dalla Direzione distrettuale antimafia. Hanno chiesto 100mila euro ad un titolare di una sala scommesse del quartiere Poggioreale per consentirgli di proseguire la sua attività: in sei sono stati arrestati e sono riconducibili al clan Mazzarella.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno consentito di ricostruire le diverse fasi della vicenda estorsiva, dalla preparazione, alla individuazione dei soggetti che avrebbero dovuto avvicinare la vittima, fino alla materiale esecuzione delle minacce. Gli elementi raccolti, inoltre, avrebbero documentato il coinvolgimento – in qualità di mandante dell’estorsione – di uno dei referenti di vertice del clan. Quest’ultimo, anche se sottoposto al regime degli arresti domiciliari, sarebbe stato in grado di gestire in maniera continua ed efficace gli interessi del sodalizio criminale e tutte le fasi di progettazione e attuazione dell’estorsione al titolare del centro scommesse. L’inchiesta ha avuto come effetto quello di provocare una ridefinizione degli equilibri interni al clan. Oggi a capo della cosca potrebbe esserci una donna. Nel 2015, il collaboratore di giustizia Alfonso Mazzarella descrive l’indagata come una donna di grande spessore criminale, in grado di occuparsi anche delle questioni associative più spinosa.

Così in un verbale del 18 novembre di dieci anni fa: “Ottaviano Paolo sottrasse, attraverso Marmolino Antonia, una cassetta piena di saldi (che conteneva gli incassi di Forcella e della Maddalena) che io facevo custodire a tale Morgese Mario che abita alla Maddalena; fu così che tentai di uccidere il Marmolino e litigai con Ottaviano, dicendo anche alla moglie di Mazzarella Vincenzo (Virenti Antonietta) che l’Ottaviana rubava ai Mazzarella una parte della cassa. Fu la Virenti a cacciare Ottaviano Paolo”. In un verbale del 17 dicembre dello stesso anno, Alfonso Mazzarella aggiunge: “Posso dire che il vero capo del clan Mozzarella dopo l’arresto del marito Vincenzo nel 2004 è proprio la moglie Virenti Antonietta”. E poi ancora: “Mi sono recato presso l’abitazione di Virenti Antonietta, moglie del boss Vincenzo Mazzarella per capire che cosa dovevo fare vista la mia scarcerazione, cosa dovevo fare io una volta che stavo scarcerato. Diciamo che era il popolo, gli affiliati sapevano che il referente il referente per esempio era Ottaviano Paolo, la zona della Maddalena, Duchesca (incomprensibile) e San Gaetano ero io, poi mi sembra mio fratello (incomprensibile) a San Gennaro ma non sapevano la verità, la verità dopo l’arresto di Mazzarella Vincenzo, il capo era ed è attualmente Virenti Antonella”.

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