Formula 1, la strategia delle Ferrari è un flop: in Ungheria Hamilton trionfa davanti alle Rosse e allunga

Vettel secondo, Raikkonen terzo: ora il tedesco ha 24 punti di ritardo dall'inglese della Mercedes

© Photo4 / LaPresse

BUDAPEST – Freddezza e una buona dose di demeriti dei diretti avversari. Lewis Hamilton della Mercedes ha vinto il Gran Premio di Ungheria. Grazie al successo di oggi, il quarto in stagione, l’inglese è riuscito ad allungare a + 24 il suo vantaggio in classifica generale su Sebastian Vettel della Ferrari, giunto al traguardo secondo. Al terzo posto è arrivato il suo compagno di scuderia, Kimi Raikkonen. Le Rosse pagano però la strategia totalmente fallimentare del muretto.

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Questo di Budapest era, avrebbe dovuto essere, circuito Ferrari. E invece ancora una volta Lewis, da fuoriclasse, ha preso tutti i vantaggi che aveva saputo costruirsi nelle pazze qualifiche bagnate di sabato. Ed è andato a prendersi il sesto successo all’Hungaroring, il quinto di stagione, davanti alle due Rosse.
La gara: Vettel inizia con la mescola soft
Le cose che contano sono due: la scelta delle gomme, visto che la Q2 ha tolto gli obblighi e almeno potenzialmente scatenato la fantasia, e, ovviamente la partenza. Dunque Hamilton, Bottas e Raikkonen con le ultra soft; Vettel con le soft. Poi il via: Hamilton è primo, l’altro uomo Mercedes Valtteri Bottas secondo, quindi le Ferrari. Sebastian Vettel terzo, Kimi Raikkonen quarto.
La svolta: Vettel rientra in ritardo
Poi l’unica cosa che conta sono i tempi dei pit stop dei big. Per i due scudieri finlandesi al 15esimo (Raikkonen) e 16esimo (Bottas). Hamilton si ferma e infila le soft al 25esimo: potrà farne altri 45 senza fermarsi più? Si scoprirà di sì. Vettel invece cambia gomme al giro 39. Il secondo pit di Raikkonen è al 38esimo giro, per mettere altre soft. Poi è una lunga attesa per arrivare a capire se tutte quelle gomme soft messe alla frusta dalle Mercedes dureranno su 50 giri e più dell’asfalto. Dal muretto Ferrari si attende di capire se Vettel possa allungare il divario da Hamilton, così da avere la certezza di rimanergli davanti anche dopo la sosta. Seb però incontra diversi doppiati, il cosiddetto ‘traffico’, e perde secondi sia da Lewis che da Bottas. Dopo la sosta Seb si ritrova dietro il finlandese della Mercedes e dice addio alla vittoria. Una scelta scellerata, quella di far affrontare a Seb tutti i doppiaggi, dei tecnici in rosso, che potrebbe già costare a Vettel una buona fetta di Mondiale.
Il finale: Bottas fa da tappo prima di crollare
A dieci giri dalla fine Hamilton è davanti con 15-17″ sul compagno Bottas che ha gli stessi pneumatici dal 16esimo giro. Le Ferrari, Vettel e Raikkonen, sono appiccicate a Valtteri. E per Kimi è un’impresona, perché a differenza di tutti gli altri lui di soste ne ha fatte due, e in più per un problema non può bere, con questo caldo. La preparazione dell’attacco dura 5 giri. E finalmente al 65esimo eccolo. Seb lo prepara perfettamente, e tra le curve 1 e 2 lo piazza, Bottas tira la staccata fino in fondo, difende, al limite, e tocca la SF71H di Seb, che resta miracolosamente illesa. Tra loro si infila anche Kimi. Fiato sospeso, nessun danno alla Ferrari di Vettel, Mercedes di Bottas con l’ala anteriore danneggiata. Bottas viene attaccato da Ricciardo, altro contatto, con il finlandese che allunga la traiettoria e spedisce fuori pista l’australiano. Daniel però ha solo rimandato l’attacco fino all’ultimo giro, dove lo piazza e gli riesce.
L’ordine d’arrivo

Al quarto posto si è dunque classificato Daniel Ricciardo, partito dalla 12esima posizione con la Red Bull. Quinto Valtteri Bottas, con la seconda Mercedes, che ha perso tre posizioni negli ultimi giri. A punti sono andati anche Pierre Gasly (Toro Rosso), sesto, Kevin Magnussen (Haas), settimo, Fernando Alonso (McLaren), ottavo, Carlos Sainz (Renault), nono, e Romain Grosjean (Haas), decimo.

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