ROMA – Si accende, ancora una volta, lo scontro tra l’Unione europea e l’Ungheria del premier Viktor Orban. Nel mirino dei leader Ue la nuova legge varata dal Parlamento magiaro che vieta l’esposizione e la diffusione di contenuti riguardanti l’omosessualità ai minori.
Sul tema sono tornati i capi di stato e di governo al termine del Consiglio europeo a Bruxelles, dove è stata aperta la discussione sui diritti Lgbt. “E’ stato difficile, ma era necessario parlarne”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in conferenza stampa, sottolineando l’importanza della discussione che affrontava i “diritti fondamentali”.
“E’ stata una discussione molto franca, sui valori, che era necessaria, perché riguarda le identità personali, i sentimenti”, ha spiegato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, “I nostri valori – ha detto – sono molto chiari, sono custoditi nell’articolo 2 dei Trattati, e noi dobbiamo essere all’altezza di questi”.
Ad alzare i toni nella prima serata del vertice era stato il premier olandese Mark Rutte che ha invitato Budapest a fare come il Regno Unito e ad abbandonare il blocco dei 27. L’Ungheria ha respinto l’idea di uscire dall’Unione e il premier Orban ha chiesto all’olandese di “mostrare più rispetto per gli ungheresi”. La discussione ha segnato una spaccatura dell’Ue con Polonia e Slovenia che hanno fatto quadrato attorno a Orban.
L’Unione europea deve combattere una battaglia “culturale” e “civiltà” per fermare l’ascesa di idee illiberali che stanno “minacciando i nostri valori”, ha avvertito il presidente francese Emmanuel Macron. Il leader ha condannato la nuova legge in nome della “dignità umana” e della “libertà individuale”, sostenendo il piano della Commissione di avviare un’azione legale contro Budapest, ma ha affermato che “sarebbe sbagliato puntare il dito contro Orban senza riflettere sui motivi che spingono alcuni paesi dell’Europa orientale a voltare le spalle ai valori democratici”.
“Dobbiamo dare contenuto, prospettive e significato ai nostri valori liberali, nel senso politico e filosofico del termine e mostrare la forza delle nostre democrazie”, ha aggiunto il presidente francese sottolineando che “Non è tanto lo sviamento delle leggi che mi preoccupa” quanto “lo sviamento nelle menti e nelle mentalità. E come tale è una battaglia culturale e di civiltà che dobbiamo combattere”.(LaPresse/AP)