TORINO – Si alzano i toni dello scontro tra Bruxelles e Budapest. Ancora una volta l’oggetto del contendere è la nuova legge varata dal Parlamento magiaro che vieta l’esposizione e la diffusione di contenuti riguardanti l’omosessualità ai minori, in una nuova stretta contro i diritti delle persone Lgbt+ nel Paese. A questo proposito, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla plenaria del Parlamento europeo torna a parlare di “legge vergognosa” che “non serve alla protezione dei bambini” ma utilizza l’argomento come “pretesto per discriminare l’orientamento delle persone”.
Bruxelles non intende arretrare
“Se l’Ungheria non aggiusterà il tiro la Commissione userà tutti i poteri ad essa conferiti come guardiano dei Trattati. Dall’inizio del mio mandato abbiamo aperto circa 40 procedure di infrazione legate al rispetto dello stato di diritto e se necessario apriremo altre procedure”, comunica senza mezzi termini von der Leyen. Secondo la vice, Vera Jourova, quella della legge varata da Budapest “è una lotta che va contro una parte della società, contro una parte dei cittadini che li etichetta, li stigmatizza come nemici pubblici, addirittura come pedofili. Non è espresso chiaramente nella legge ma solleva questa immagine anche nel pubblico. Questo mi confonde perché è esattamente il manuale Putin, lo si vede nella Russia, con stigmatizzazione delle persone Lgbt e la sessualizzazione del nemico”.
Dal canto suo, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel ricorda la centralità dei diritti Lgbtiq nell’Unione europea, diritti che “non sono una questione marginale, ma un esempio concreto di come la società si rapporta con la diversità e la dignità umana. Riguarda le nostre questioni più intime e le libertà fondamentali”.
Budapest non sembra però avere intenzione di abbandonare le proprie posizioni. Dopo la ministra della Giustizia, Judit Varga, la quale assicura che la legge non verrà ritirata, nel pomeriggio il portavoce del premier Viktor Orban (a cui fa capo il partito di governo Fidesz, che ha la maggioranza in Parlamento e ha presentato e votato a favore della norma) sferza l’Eurocamera. “Che peccato! Il cosiddetto dibattito oggi all’Europarlamento sulla legge sulla protezione dell’infanzia in Ungheria è stato una parata circense, un nuovo livello di imperialismo coloniale e morale, attacco all’Ungheria e orbanofobia”, scrive Zoltan Kovacs su Twitter.
Nel mirino di Varga finisce poi l’eurodeputato maltese, Cyrus Engerer, uno dei firmatari della proposta di ‘risoluzione sulle violazioni del diritto dell’Ue e dei diritti dei cittadini Lgbtiq in Ungheria’. “Quanto è credibile il relatore del Parlamento europeo che contesta la legge dell’Ungheria sulla protezione dell’infanzia adottata di recente dopo essere stato condannato per crimini sessuali?”, è l’attacco della ministra.(LaPresse)