MILANO – Trasferire i tassi di interesse negativi della Bce ai depositi oltre 100.000 euro “è una iniziativa scellerata che rischia di avere un impatto estremamente negativo su imprese, territori e lavoratori bancari”. Così in una nota unitaria i sindacati del credito, che criticano l’annuncio dato dall’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, nei giorni scorsi. “Siamo certi che questa ipotesi potrebbe solo aumentare le difficoltà che oggi affronta il settore del credito con effetti difficilmente ipotizzabili”, proseguono i leader sindacali Lando Maria Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First Cisl), Giuliano Calcagni (Fisac Cgil), Massimo Masi (Uilca) e Emilio Contrasto (Unisin).
L’idea
“Ancora una volta – continuano i rappresentanti dei bancari – Monsieur Kepi Blanc, Jean Pierre Mustier, tira fuori il coniglio dal cilindro, teorizzando nelle vesti di nuovo presidente della Ebf, e non in casa nostra bensì alla Bfm francese, l’applicazione di tassi negativi per la clientela del Gruppo Unicredit con depositi oltre i 100 mila euro”.
La controversia
“Questo – recita ancora la nota – secondo il Mustier pensiero a tutela dei grandi patrimoni cui genialmente pensa a fronte della tassazione negativa sia più appetibile perseguire rendimenti poco più alti dello zero che non al di sotto. Tuttavia, dietro la arguta nobilitazione della proposta non possiamo non tirare le fila rispetto alle gravissime affermazione di inizio estate che etichettava il nostro Paese come ‘non profittevole’ e all’idea delle ultime ore di creare una sub holding tedesca, e non vedere una chiara e pericolosa operazione volta ad indebolire il sistema Paese determinando una fisiologica fuga di capitali dalla seconda Banca del Paese”.
Il consiglio
“Anziché applicare tassi negativi si studi, come da tempo suggeriamo, come utilizzare profittevolmente i depositi bancari a vantaggio non solo degli azionisti e degli Amministratori delegati ma a beneficio delle imprese, dei territori e delle famiglie dei del Paese”, concludono i sindacati del credito.
LaPresse