MARCIANISE – Processo per le firme false a sostegno delle liste di Velardi, in udienza è stato sentito Dario Abbate che denunciò i presunti illeciti: “Le firme raccolte in modo anomalo, in un container” ha affermato l’avvocato, ex candidato sindaco e già consigliere comunale di Marcianise. Tra i sottoscrittori delle liste a sostegno di Antonello Velardi (ex sindaco di Marcianise, estraneo al processo e non imputato) anche Aniello Bruno, considerato vicino ai Belforte: risultava tra chi appose la sua firma per sostenere una delle liste a sostegno di Velardi ma in realtà in quel periodo, come tra l’altro anche adesso, era in carcere per il reato di associazione a delinquere per lo spaccio di droga per il clan dei Mazzacane. Il processo nasce dopo la decisione, lo scorso mese di marzo, di rinviare a giudizio le cinque persone accusate di aver falsificato oltre 150 firme necessarie per presentare la lista elettorale “Orgoglio Marcianise con Velardi sindaco”. Il gup accolse la richiesta del sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Di Vico, che aveva ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per i cinque imputati. La vicenda riguarda le elezioni comunali tenutesi a Marcianise nel 2016, vinte da Antonello Velardi, poi eletto sindaco, che nell’inchiesta non è però indagato. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere e i carabinieri che hanno realizzato le indagini, gli impiegati del Comune di Marcianise delegati dall’ufficio anagrafe Raffaele Tartaglione (poi in pensione) e Assunta Foggia, in concorso con il promotore delle sottoscrizioni Lorenzo Ovalletto e con i delegati della Sottocommissione elettorale circondariale di Marcianise Alberto Tartaglione e Pasquale Bellopede, avrebbero falsificato 156 firme sulle 200 necessarie per l’ammissione della candidatura attestando che i cittadini sottoscrittori avevano apposto la firma in loro presenza; falsi che avrebbero indotto la Sottocommissione elettorale “a deliberare illegittimamente – sostiene la Procura – la candidatura di Velardi a sindaco e della collegata lista di candidati alla carica di consigliere comunale”. Al processo si sono costituite una decina di parti civili, tra cui il Comune di Marcianise (assistito da Alessandro Stefanelli) e il consigliere d’opposizione Dario Abbate (difeso da Mariano Omarto), dalla cui denuncia è partita l’indagine che ha portato al processo. Il processo pende davanti al giudice Giovanni Caparco.
Due consiglieri eletti nella lista ‘sospetta’
La lista che appoggiò la candidatura a sindaco di Velardi riuscì ad ottenere l’elezione di ben due consiglieri comunali: Tommaso Acconcia ed Antonio Golino (estranei all’inchiesta)e senza le firme che la Procura ritiene false (tra i sottoscrittori c’è anche un uomo che era detenuto al momento della firma) poteva essere esclusa dalla competizione elettorale. Non fu insomma un aiuto, semmai ci fu, di poco conto. Antonello Velardi fu inizialmente indagato per tale vicenda ma la sua posizione fu archiviata. Gli illeciti, se si sono consumati, furono messi in atto a sua insaputa. Per l’accusa e secondo gli inquirenti, i delegati dell’Ufficio Anagrafe Raffaele Tartaglione ed Assunta Foggia avrebbero autenticato atti ideologicamente falsi. Su 239 firme raccolte a corredo della presentazione della lista, infatti, ben 156 sarebbero risultate false. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Nicola Russo, Carlo De Stavola, Carlo Madonna, Gaetano Golino e Giovanni Vairo.