TORINO – Una battaglia di oltre cinque ore, che si è conclusa in piena notte neyworkese. Una delle partite più belle dell’anno, l’ennesimo capitolo di una sfida destinata a diventare un classico negli anni a venire. Carlos Alcaraz e Jannik Sinner sono già il presente del tennis, ma nel frattempo la semifinale degli Us Open se la prende di forza lo spagnolo, capace di annullare un match point al rivale nel quarto set e di prolungare la sfida al quinto. Dove l’altoatesino ha visto accendersi la spia della riserva ed ha finito col cedere di schianto, dopo cinque ore e un quarto di pura lotta. Il punteggio di 6-3, 6-7 (7), 6-7 (0), 7-5, 6-3 descrive perfettamente l’andamento di un confronto tirato, combattuto, con colpi spettacolari e recuperi clamorosi. Mai un match era terminato così tardi a Flushing Meadows anche se il record di durata resta quello della semifinale vinta 6-4 al quinto da Edberg su Chang esattamente trent’anni fa.
Per il 21enne di Sesto Pusteria sfuma quindi la prima semifinale in carriera in un Major, obiettivo invece centrato dal baby spagnolo, che diventa il più giovane ad arrivare al penultimo atto di uno Slam dai tempi di Rafa Nadal al Roland Garros 2005. Sinner, che aveva vinto gli ultimi due precedenti con Alcaraz, può recriminare per il match point fallito sul 5-4 con il turno di servizio. Dopo essersi salvato il 19enne di Murcia ha ritrovato carica ed energie giuste per portare a casa il set 7-5 e soprattutto imporsi nel quinto per 6-3, dopo essersi ritrovato sotto 3-2. Al primo match point, oltre un’ora dopo quello dell’azzurro, lo spagnolo non ha tremato e con una prima potentissima si è guadagnato la semifinale con Frances Tiafoe, che si presenterà decisamente più fresco dopo essersi sbarazzato diverse ore prima in tre set del russo Andrey Rublev.
“Se è la sconfitta più dura? Ne ho avute altre di dure da digerire, ma questa senza dubbio sta in cima alla lista. Penso che farà male per un bel pezzo – ammette a caldo Sinner in conferenza stampa – Ma dopo essermi svegliato cercherò di prendere solo quello che di buono mi ha detto questo confronto, lasciando da parte il lato negativo”. Perché al netto della delusione cocente per l’uscita di scena ai quarti (che compromette quasi definitivamente l’accesso alle Atp Finals di Torino) l’azzurro saluta gli Stati Uniti con più di una certezza. “E’ stata una buona partita, adesso è difficile parlare ma credo di poter essere contento del percorso che sto facendo – ha aggiunto – Negli ultimi mesi ci sono stati tanti miglioramenti, soprattutto fisicamente. Ho potuto giocare per cinque set e cinque ore allo stesso livello, senza sentirmi stanco. Questo è senza dubbio un aspetto positivo”. Per mettersi alle spalle la delusione a stelle e strisce, Sinner – insieme a Matteo Berrettini, l’altro italiano eliminato ai quarti a New York – proverà a trovare conforto nel calore di casa: è alle porte infatti la Coppa Davis, con l’Italia impegnata a Bologna nel girone contro Argentina, Croazia e Svezia dal 13 al 18 settembre. L’obiettivo è finire tra le prime due per staccare il pass per la fase a eliminazione diretta di Malaga. “Adesso mi devo riposare per essere pronto per competere, cercherò di essere al 100% – ha assicurato – Speriamo di giocare un’ottima Coppa Davis”. E chissà che proprio con la maglia azzurra Sinner non riesca a togliersi la prima vera grande soddisfazione in carriera.