MIAMI – È stata la senatrice progressista Elizabeth Warren a dominare il primo dibattito tv dei democratici in corsa per Usa 2020. Riuniti per la prima volta su un plateau televisivo a Miami, in Florida, Stato chiave nelle elezioni statunitensi, in circa due ore di trasmissione cominciate alle 21 locali di mercoledì si sono confrontati 10 dei candidati Dem. Fra loro non c’erano però i due big che guidano i sondaggi, Joe Biden e Bernie Sanders. Un dibattito a 20 sarebbe stato troppo affollato, perciò si è scelto di dividere il tutto in due serate. Il turno di Biden e Sanders sarà dunque giovedì sera. Quando ad affrontarsi a suon di parole saranno gli altri 10 Dem che aspirano a prendere il posto di Donald Trump alla Casa Bianca.
Warren, 70 anni, è arrivata armata di un programma molto solido che, nelle ultime settimane, le è valso il terzo posto nei sondaggi fra i Dem. Nel dibattito, beneficiando del fatto di non aver dovuto condividere la scena con il diretto rivale progressista, cioè Sanders, Warren ha denunciato “un’economia che funziona perfettamente per chi ha i soldi ma non per gli altri”. Ha anche segnalato le sue origini modeste: “Sono impegnata in questa lotta perché sono convinta che possiamo far funzionare il nostro governo. La nostra economia e il Paese non solo per coloro che sono in cima, ma per tutti” gli americani, ha detto. Tuttavia sono in tanti a preoccuparsi che potrebbe essere troppo vulnerabile in un eventuale duello con Trump. Che l’ha soprannominata ‘Pocahontas’ per prendere in giro la sua controversa rivendicazioni di lontane origini native americane.
Decisamente al centro del primo dibattito tv del campo Dem c’è stato il tema immigrazione. In una Miami in cui sette abitanti su 10 sono ispanici, la polemica sulla gestione della crisi migratoria da parte del tycoon alla frontiera con il Messico ha assunto una grande importanza. A maggior ragione dopo le rivelazioni sulle condizioni in un centro di detenzione per bambini migranti in Texas. E dopo la foto shock di un papà e della figlia di 2 anni annegati nel Rio Grande nel tentativo di passare la frontiera.
Ed è emersa la performance solida di diversi ‘piccoli’ candidati. Ha stupito per esempio Julian Castro, che spera di diventare il primo presidente ispanico degli Stati Uniti. Questa immagine “è straziante, dovrebbe farci arrabbiare tutti”. E “se fossi presidente oggi firmerei un decreto per annullare la politica di tolleranza zero di Trump”, ha detto Castro. Non ha invece fatto scintille Beto O’Rourke, ex parlamentare la cui performance era molto attesa.
Altri temi sul tavolo: la politica estera con l’Iran, il problema della violenza con le armi da fuoco, il cambiamento climatico. I 10 hanno criticato Donald Trump ed esposto le loro opinioni, spesso vicine. Vicino allo 0%, il sindaco di New York Bill de Blasio è stato il primo a interrompere uno dei rivali. E ha lanciato diverse invettive appassionate, affermando di voler riportare “i lavoratori in primo piano”. La senatrice moderata Amy Klobuchar, dal canto suo, è stata molto applaudita quando ha rimesso in riga uno dei rivali. Che affermava di essere il solo ad avere votato una legge che proteggeva il diritto all’aborto. E il senatore Cory Booker, l’unico candidato nero presente, ha moltiplicato i riferimenti alle tante difficoltà incontrate dalle minoranze.
Donald Trump ha fatto sentire la sua voce a distanza. Mentre era in volo verso il Giappone per il G20 ha twittato scrivendo “NOIOSO” e si è scagliato contro la Nbc, che ospitava il dibattito, per avere lanciato a un certo punto la pubblicità a causa di un problema tecnico con i microfoni. Ma un sondaggio della settimana scorsa dà Trump perdente in Florida rispetto a diversi democratici in corsa nelle primarie, Joe Biden in primis.
I grandi nomi arriveranno giovedì sera. Con il centrista Biden e il socialista Bernie Sanders sulla scena ci saranno due astri nascenti Dem, cioè la senatrice Kamala Harris e il giovane sindaco Pete Buttigieg, insieme ad altri sei candidati.
Chiara Battaglia (LaPresse/AFP)