MILANO – “Che vinca la migliore”. È un inedito doppio endorsement quello del New York Times in vista delle presidenziali Usa 2020, in cui il quotidiano si schiera con le due candidate alle primarie Dem Amy Klobuchar e Elizabeth Warren. I volti delle due senatrici, la moderata del Minnesota e la progressista del Massachusetts, campeggiano al centro delle due pagine dell’editoriale che le descrive come “le scelte migliori per la presidenza”.
Il board ha assunto una linea di rottura con l’inusuale doppia scelta, che riflette anche la divisione nella politica statunitense, e quella all’interno dei partiti e delle comunità. E il suo è anche un endorsement tutto al femminile, dopo i fiumi di critiche al partito d’opposizione per la mancanza di diversità (cioé mancano donne, afrodiscendenti e membri delle minoranze tra le candidate e i candidati, che sono invece gruppi nutriti del suo elettorato).
Il NYT nell’editoriale parla di un “dibattito essenziale”, “in corso tra due visioni che potrebbero definire il futuro del partito e forse della nazione”. Ma quel che conta, per il quotidiano, non sono le differenze tra le politiche, bensì le loro somiglianze sui temi chiave. Entrambe “meritano seria considerazione”, scrive il Times, “se mai c’è stato un momento in cui esser aperti a nuove idee, è ora. Se mai c’è stato un momento in cui cercare stabilità, è ora”. E ancora “alcune delle idee più convincenti non emergono dal centro, ma dall’ala sinistra Dem”, sebbene “preoccupi la rigidità ideologica”.
Il quotidiano riconosce che non spetta alla testata, “preferire centristi o progressisti”: “è uno scontro che il partito affronta dalla sconfitta di Hillary Clinton nel 2016, va combattuto nell’arena pubblica e nel privato del seggio”. Poi passa a parlare di Donald Trump, repubblicano che spera nella rielezione a novembre, sottolineando che “quasi tutti” i candidati Dem paragonati a lui “sarebbero i presidenti più progressisti su salute, economia e spesa pubblica. Quel che li distingue non è cosa, ma come”.
Trump, riassume il Times, ha “venerato un passato mitologico” fondato su una gerarchia inscalfita di “nativismo bianco” e “unilateralismo dell’America first”, in un’escalation di conflitto culturale e ideologie. Per il board del NYT, Warren è una “narratrice dotata” che parla “elegantemente di come il sistema economico sia traviato a danno di tutti, tranne che degli americani più ricchi”, mentre Klobuchar è “la precisa definizione del carisma e della grinta del Midwest”.
Il quotidiano spiega poi di non appoggiare Bernie Sanders a causa della “grave preoccupazione per la sua salute”, dell’età avanzata (avrebbe 79 anni all’arrivo al potere) e della sua indisponibilità al compromesso. Idem per l’ex vice presidente Joe Biden sulla questione età (“è ora che passi il testimone a una nuova generazione di leader politici”) e per la sua troppa cautela, che non “porterebbe l’America dove deve andare come società”. Per il giovane candidato Pete Buttigieg, ex sindaco dell’Indiana di 38 anni, il NYT prevede invece “un luminoso futuro politico”. (LaPresse)