WASHINGTON – Potrebbe esserci uno sfidante inatteso per Donald Trump nelle elezioni presidenziali del 2020. Il miliardario Howard Schultz, ex ceo di Starbucks, in un’intervista al programma ’60 Minutes’ su Cbs ha annunciato che sta valutando l’ipotesi di correre per la casa Bianca, come candidato indipendente. “Sto pensando seriamente di correre per la presidenza”, ha detto, presentandosi come un “democratico di tutta una vita” che però correrebbe “come centrista indipendente fuori dal sistema dei due partiti”.
Usa, Schultz sfida Trump
Per Schultz, non solo Trump “non è qualificato per essere presidente”, ma repubblicani e democratici “sistematicamente non stanno facendo quello che è necessario per il popolo americano”. E fra gli esempi di “fallimento della responsabilità costituzionale” delle forze politiche, l’ex ceo del colosso del caffè ha indicato il debito di 21,5 trilioni di dollari del Paese.
Il tycoon replica alle accuse dell’avversario
La risposta di Trump non si è fatta attendere: “Howard Schultz non ha il fegato per correre come presidente!”, ha scritto su Twitter. “L’ho guardato ieri sera su 60 minutes e sono d’accordo con lui sul fatto che non è ‘la persona più sveglia’. Oltretutto, l’America ce l’ha già! Spero solo che Starbucks mi stia ancora pagando l’affitto alla Trump Tower”, ha aggiunto il tycoon. Cresciuto in un quartiere popolare di New York, Schultz ha fatto fortuna quando si è trasferito nello Stato di Washington negli anni ’80 e ha costruito l’impero della catena Starbucks.
Presidenziali, il precedente Perot-Bush
Nella politica americana i candidati che si presentano alle presidenziali al di fuori dei due grandi partiti, nonostante le difficoltà che devono superare, sono spesso accusati di fare perdere terreno alla forza politica a cui sono più vicini.
Nel 1992, il miliardario conservatore Ross Perot sottrasse al repubblicano George H.W. Bush un numero sufficiente di voti a consentire che venisse il democratico Bill Clinton. E i democratici accusano l’avvocato Ralph Nader della sconfitta di Al Gore nel 2000 contro il repubblicano George W. Bush. “Nel 2020 è fortemente probabile che un indipendente divida il voto anti Trump e che questo finisca con la rielezione del presidente”, è l’avvertimento lanciato su Twitter dal miliardario Michael Bloomberg, del quale è attesa la candidatura con i democratici.
Il fronte democratico
La notizia di Schultz giunge mentre in tanti in campo democratico si sono già fatti avanti esprimendo le loro ambizioni presidenziali: è il caso dell’ex sindaco di San Antonio ed ex ministro di Barack Obama Julian Castro, della senatrice Kirsten Gillibrand pilastro del movimento #MeToo e della giovane deputata ed ex militare Tulsi Gabbard. Nonché della senatrice democratica Kamala Harris, che ha ufficialmente lanciato la sua campagna domenica a Oakland, sua città natale.
Boom di candidature
E altre candidature sono attese: oltre a quella di Bloomberg, anche quella di Bernie Sanders, che nel 2016 fu battuto alle primarie Dem da Hillary Clinton, nonché di Beto O’Rourke, del senatore Cory Booker o ancora dell’ex vice presidente Usa Joe Biden.
(LaPresse/AFP)