WASHINGTON – E’ bufera sui servizi d’immigrazione Usa. Le autorità americane sono state denunciate per omicidio colposo da parte di una donna del Guatemala, che accusa la polizia di aver causato la morte della figlioletta di un anno e mezzo.
Usa, bimba morta al confine col Guatemala
La 20enne Yazmin Juarez e sua figlia Mariee sono state fermate lo scorso marzo dalle guardie di confine. Dopo un lungo viaggio erano riuscite a raggiungere il Rio Grande, il fiume che dal Messico porta agli Stati Uniti, quando la polizia le ha individuate. Da lì sono state trasferite in Texas, dove sono rimaste detenute in un centro di Dilley. Secondo R. Stanton Jones, il legale della signora Juarez, la polizia non si sarebbe più occupata della piccola, che sarebbe dunque deceduta in seguito alla mancanza delle cure che un’infante necessita. “Coloro che dovevano garantire condizioni sanitarie sicure e un’assistenza medica adeguata a questa bimba non l’hanno fatto“, ha detto l’avvocato della donna.
La bimba avrebbe subito una morte dolorosa
Dopo esser stata rilasciata, la bambina, in condizioni di salute già critiche, è stata trasferita in due diversi ospedali. Non c’è stato tuttavia niente da fare per Mariee, che è morta il 10 maggio. Secondo quanto afferma l’avvocato che difende la mamma della bimba, l’autopsia avrebbe rivelato che la morte della piccola sarebbe stata particolarmente dolorosa. Jones ha infatti affermato che “Mariee Juarez è entrata a Dilley come bimba sana e venti giorni dopo ne è uscita con un’infezione respiratoria mortale“. Per questo motivo, l’accusa che la Juarez muove verso i servizi d’immigrazione Usa è quella di omicidio colposo.
Lo studio legale Arnold & Porter ha inviato una notifica per conto di Yazmin Juarez a Eloy, un intermediario tra il governo federale e l’azienda privata che gestisce il centro di detenzione di Dilley.