Usa, Kavanaugh verso la Corte suprema: atteso l’ok del Senato

In caso di sì alla nomina, per Trump si tratterà di una grande vittoria politica

US Supreme Court nominee Brett Kavanaugh speaks on the second day of his confirmation hearing in front of the US Senate on Capitol Hill in Washington DC, on September 5, 2018. - President Donald Trump's newest Supreme Court nominee Brett Kavanaugh is expected to face punishing questioning from Democrats this week over his endorsement of presidential immunity and his opposition to abortion. (Photo by SAUL LOEB / AFP)

WASHINGTON (LaPresse/AFP) Brett Kavanaugh verso la Corte suprema. Nonostante le accuse di tentato stupro e abusi sessuali avanzate contro di lui da tre donne, e la testimonianza in Senato di una di loro, la docente universitaria Christine Blasey Ford, è atteso che il Senato stesso dia il via libera alla nomina auspicata dal presidente Donald Trump. Il voto comincerà alle 15.30 ora locale, le 21.30 in Italia. In caso di sì alla nomina, per Trump si tratterà di una grande vittoria politica. Una vittoria che farà pendere decisamente a destra l’orientamento della Corte suprema, composta da nove giudici.

Si attende l’ok del Senato, Trump esulta

La battaglia sulla nomina di Kavanaugh ha paralizzato Washington. Portando quasi a uno stallo a Capitol Hill e a una polarizzazione politica degli Stati Uniti a solo un mese dalle elezioni di midterm del 6 novembre. Venerdì, poi, la situazione si è sbloccata quando il Senato ha votato 51 a 49 in un voto procedurale per chiudere il dibattito su Kavanaugh. Una mossa accolta da Trump con un tweet di esultanza.“Molto orgoglioso che il Senato Usa abbia votato SI’ per far avanzare la nomina di Brett Kavanaugh!“. Lo ha scritto. Oggi è atteso invece il voto definitivo dell’aula.

Gli indecisi hanno indirizzato il voto

In Senato i repubblicani hanno una stretta maggioranza di 51 contro 49 e fino all’ultimo il destino di Kavanaugh è stato appeso ad alcuni senatori indecisi. A far pendere la bilancia dalla parte del giudice, dunque, il fatto che si siano schierati a suo favore alcuni indecisi. La senatrice repubblicana Susan Collins e il senatore repubblicano Jeff Flake. Nonché il democratico Joe Manchin, sul quale pesano forti pressioni politiche visto che corre per la rielezione a novembre in West Virginia. Stato in cui Trump ha vinto con ampio margine. Unica repubblicana a rompere le file schierandosi contro Kavanaugh, la senatrice Lisa Murkowski.

Le proteste contro la nomina del giudice Kavanaugh

Contro la nomina di Kavanaugh proteste a Washington e nelle altre città Usa, con la partecipazione soprattutto di donne. Venerdì oltre 100 persone sono state fermate nell’ambito delle manifestazioni. Trump ha liquidato i cortei sostenendo che siano stati finanziati dal miliardario George Soros, spesso accusato dai conservatori di essere dietro alle proteste contro di loro. Il riferimento a Soros, che da anni sostiene il partito democratico, sembra mirato a ottenere maggiore sostegno e mobilitazione da parte della base cristiana dell’elettorato di Trump.

Il giudice dovrebbe sostituire Anthony Kennedy alla Corte Suprema

La nomina di Kavanaugh come sostituto del giudice Anthony Kennedy, andato in pensione, è stata controversa fin dall’inizio. Ma l’attenzione inizialmente era concentrata soltanto sulle opinioni conservatrici del 53enne. I veri dubbi sulle sue possibilità di arrivare alla Corte suprema sono arrivati invece la scorsa settimana, con la testimonianza in Senato della professoressa di psicologia Christine Blasey Ford, che lo accusa di averla aggredita sessualmente durante una festa privata fra liceali nella zona di Washington negli anni ’80.

Alla testimonianza è seguita un’indagine dell’Fbi, che ha ritardato di una settimana il voto in Senato. Molti senatori si sono ritenuti soddisfatti dall’indagine, che non ha individuato elementi che possano corroborare le accuse, ma gli avvocati di Ford ritengono l’indagine insufficiente, sottolineando che non sono stati interrogati né Ford né il giudice Kavanaugh.

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